“Non ce la faccio più”, il biglietto d’addio del 71enne che a Sesto San Giovanni si è tolto la vita durante lo sfratto
Lascia sgomenti la vicenda del 71enne che a Sesto San Giovanni si è lanciato dal balcone il giorno in cui doveva essere sfrattato da quella casa in cui viveva e che non riusciva più a pagare

“Non ce la faccio più”, il biglietto d’addio del 71enne che a Sesto San Giovanni si è tolto la vita durante lo sfratto
Lascia sgomenti la vicenda del 71enne che a Sesto San Giovanni si è lanciato dal balcone il giorno in cui doveva essere sfrattato da quella casa in cui viveva e che non riusciva più a pagare
“Non ce la faccio più”, il biglietto d’addio del 71enne che a Sesto San Giovanni si è tolto la vita durante lo sfratto
Lascia sgomenti la vicenda del 71enne che a Sesto San Giovanni si è lanciato dal balcone il giorno in cui doveva essere sfrattato da quella casa in cui viveva e che non riusciva più a pagare
Lascia sgomenti la vicenda del 71enne che a Sesto San Giovanni si è lanciato dal balcone il giorno in cui doveva essere sfrattato da quella casa in cui viveva e che non riusciva più a pagare. Sia chiaro, chi non paga fa qualcosa contro la legge.
Bisogna vedere, però, al di là della legge, se si tratta di persone in particolari condizioni di difficoltà. Non conosciamo i dettagli della vicenda personale di questo signore.
Sappiamo solo che era separato e che in passato aveva lavorato come custode.
Sappiamo anche che prima che l’ufficiale giudiziario bussasse alla sua porta ha lasciato un biglietto con scritto “non ce la faccio più”. Poi si è gettato nel vuoto.
Sappiamo anche che il nuovo decreto sicurezza ha introdotto il reato di occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui, un gran passo avanti per tutte quelle situazioni che si trascinano da anni e che finora sembravano senza soluzione.
In realtà, finora in pochi casi si è fatto ricorso alla possibilità di fare intervenire direttamente la forza pubblica. Neanche in casi in cui occupare sono persone che potrebbero tranquillamente pagare un affitto, o peggio con precedenti penali o ancora persone violente.
Di questo 71enne sappiamo che nelle scorse settimane si era rivolto agli uffici del Comune per poter avere accesso alla graduatoria per le case popolari.
Il problema è che spesso proprio le case popolari sono occupate da anni, anzi decenni e le graduatorie restano bloccate.
Non sappiamo, lo ribadiamo, la storia personale di questo signore. A leggerla così sembra più una storia di vera disperazione che la storia di una persona che voleva abitare una casa senza pagare. Senza voler giustificare nulla.
Ma basta girare l’Italia per imbattersi in storie di occupazioni conclamate, portati avanti a volte anche dopo 10 tentativi di sfratto.
Il decreto sicurezza è sicuramente un grande passo in avanti per tutti quei proprietari di casa che da anni combattono per riaverla.
Una battaglia sacrosanta come sacrosanto è però chiedere che le istituzioni, gli assistenti sociali, insomma, chi dovrebbe farsi carico di certe situazioni di fragilità, non giri la testa dall’altra parte.
Perché la morte di questo signore, non è una vittoria per nessuno.
di Annalisa Grandi
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