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Il Papa: “La morte non è la fine di tutto, ma un nuovo inizio”

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Le parole di papa Francesco nella prefazione di un testo inedito. Si tratta del libro del cardinale Angelo Scola dal titolo “Nell’attesa di un nuovo inizio. Riflessioni sulla vecchiaia”, in uscita giovedì 24 aprile

Il Papa: “La morte non è la fine di tutto, ma un nuovo inizio”

Le parole di papa Francesco nella prefazione di un testo inedito. Si tratta del libro del cardinale Angelo Scola dal titolo “Nell’attesa di un nuovo inizio. Riflessioni sulla vecchiaia”, in uscita giovedì 24 aprile

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Il Papa: “La morte non è la fine di tutto, ma un nuovo inizio”

Le parole di papa Francesco nella prefazione di un testo inedito. Si tratta del libro del cardinale Angelo Scola dal titolo “Nell’attesa di un nuovo inizio. Riflessioni sulla vecchiaia”, in uscita giovedì 24 aprile

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La morte non è la fine di tutto, ma l’inizio di qualcosa. È un nuovo inizio, come evidenzia saggiamente il titolo, perché la vita eterna – che chi ama già sperimenta sulla terra dentro le occupazioni di ogni giorno – è iniziare qualcosa che non finirà. Ed è proprio per questo motivo che è un inizio ‘nuovo’, perché vivremo qualcosa che mai abbiamo vissuto pienamente: l’eternità”. Queste le parole di papa Francesco in un testo inedito, che uscirà giovedì 24 aprile. Si tratta della prefazione al libro del cardinale Angelo Scola dal titolo “Nell’attesa di un nuovo inizio. Riflessioni sulla vecchiaia”, pubblicato dalla Lev (Libreria Editrice Vaticana).

“Sì, non dobbiamo aver paura della vecchiaia – prosegue il Santo Padre -, non dobbiamo temere di abbracciare il diventare vecchi, perché la vita è la vita ed edulcorare la realtà significa tradire la verità delle cose”.

Secondo il Pontefice scomparso: “È vero, si diventa vecchi, ma non è questo il problema: il problema è come si diventa vecchi. Se si vive questo tempo della vita come una grazia, e non con risentimento; se si accoglie il tempo (anche lungo) in cui sperimentiamo forze ridotte, la fatica del corpo che aumenta, i riflessi non più uguali a quelli della nostra giovinezza, con un senso di gratitudine e di riconoscenza, ebbene, anche la vecchiaia diventa un’età della vita, come ci ha insegnato Romano Guardini, davvero feconda e che può irradiare del bene”.

“Con queste pagine tra le mani – conclude Francesco – vorrei idealmente compiere di nuovo lo stesso gesto che feci appena indossato l’abito bianco da Papa, nella Cappella Sistina: abbracciare con grande stima e affetto il fratello Angelo, ora, entrambi più vecchi di quel giorno di marzo del 2013. Ma sempre accumunati dalla gratitudine verso questo Dio amoroso che ci offre vita e speranza in qualunque età del nostro vivere”.

Il testo è datato “Città del Vaticano, 7 febbraio 2025”, cioè una settimana prima del ricovero del Papa al Policlinico Gemelli.

Di Claudia Burgio

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