Parlateci di Bibbiano
La vicenda delicatissima di Bibbiano, che sarebbe dovuta restare al riparo da qualsiasi esposizione mediatica, si è trasformata in un’ordalia social e di stampa
Parlateci di Bibbiano
La vicenda delicatissima di Bibbiano, che sarebbe dovuta restare al riparo da qualsiasi esposizione mediatica, si è trasformata in un’ordalia social e di stampa
Parlateci di Bibbiano
La vicenda delicatissima di Bibbiano, che sarebbe dovuta restare al riparo da qualsiasi esposizione mediatica, si è trasformata in un’ordalia social e di stampa
La vicenda delicatissima di Bibbiano, che sarebbe dovuta restare al riparo da qualsiasi esposizione mediatica, si è trasformata in un’ordalia social e di stampa
La vicenda di Bibbiano fu da voltastomaco: una valanga maleodorante di accuse, calunnie, falsità, diffamazioni da far accapponare la pelle. Non abbiamo neppure voglia di rivangare il merito della marea di melma che fu riversata su cittadini usciti completamente indenni da questa storiaccia o ancora coinvolti per aspetti del tutto marginali. Dal punto di vista processuale, si intende, perché in quei mesi terribili furono maciullate delle vite, di adulti e bambini.
Lo si fece con un cinismo rivoltante e non abbiamo aspettato oggi per dirlo, lo sostenemmo all’epoca. Nel caso di Bibbiano, ogni freno inibitore fu mollato, si trasformò una vicenda delicatissima che sarebbe dovuta restare al riparo da qualsiasi esposizione mediatica in un’ordalia social e di stampa. Il punto più basso della bassa parabola del Movimento 5 Stelle, a cui si accodarono con entusiasmo Lega e Fratelli d’Italia. Quel volgare e offensivo mantra, “Parlateci di Bibbiano“, furono in tanti, troppi a ripeterlo ossessivamente. A usarlo come una clava da calare sulla testa in particolare dei dirigenti e dei militanti del Partito democratico. A riviverlo oggi, un boomerang devastante per chi si esercitò con tanto entusiasmo. Peccato siano spariti tutti, chi ha terminato la sua parabola politica senza lasciare alcuna traccia, chi ha trovato insperati rifugi e pensionamenti d’oro anche di ragguardevole livello, fino a chi semplicemente non aveva una faccia allora e non ce l’ha neanche oggi. In quel tempo si arrivò a un passo da una rivoluzione culturale all’italiana, immancabilmente farsesca e patetica, ma pur sempre pericolosa e intimamente violenta. Era appena ieri e valga da monito per oggi e domani.
Di Fulvio Giuliani
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