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Salvatore Parolisi

Parolisi e i permessi premio: “Dodici ore di merda”

L’omicidio Melania Rea nel 2011 sconvolse l’Italia. Salvatore Parolisi, tra permessi premio e sconti, a breve uscirà dal carcere

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Parolisi e i permessi premio: “Dodici ore di merda”

L’omicidio Melania Rea nel 2011 sconvolse l’Italia. Salvatore Parolisi, tra permessi premio e sconti, a breve uscirà dal carcere

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Parolisi e i permessi premio: “Dodici ore di merda”

L’omicidio Melania Rea nel 2011 sconvolse l’Italia. Salvatore Parolisi, tra permessi premio e sconti, a breve uscirà dal carcere

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L’omicidio Melania Rea nel 2011 sconvolse l’Italia. Salvatore Parolisi, tra permessi premio e sconti, a breve uscirà dal carcere

Un delitto che sconvolse l’Italia intera, quello di Melania Rea, giovane moglie e madre uccisa con 35 coltellate nel 2011. Salvatore Parolisi, suo marito, è stato condannato a 20 anni per quell’omicidio. E oggi, dopo 12, può godere di alcuni permessi premio. «Dodici ore di merda» le definisce così ai microfoni di “Chi l’ha visto?”.

E continua a ribadire di non aver ucciso la moglie. Con lo stesso atteggiamento sprezzante che aveva all’epoca. Parole, frasi che giustamente hanno indignato il fratello di Melania, Michele. Così come quelle ore concesse di libertà e che lui definisce ore di merda. D’altronde l’ordinamento lo prevede, i permessi sono per buona condotta. Certo rimane la rabbia, il dolore di chi ha perso una sorella in quel modo terribile e si ritrova a vedere l’uomo che per la giustizia italiana è il responsabile di quel delitto fuori dal carcere.

Tra otto anni Parolisi finirà di scontare la sua pena, perché è stato condannato con il rito abbreviato. Rimane una bambina orfana, che oggi è una adolescente. Rimane l’orrore di quello che è successo e che nessuno ha dimenticato. Rimane, a prescindere dalla versione di Parolisi, una condanna che sancisce la sua colpevolezza. E in fondo, l’atteggiamento dell’ex caporalmaggiore dell’Esercito, neanche sorprende perché in fondo è lo stesso che aveva all’epoca. Semplicemente, evidentemente il carcere non l’ha cambiato.

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