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Prato, il tribunale condanna la “vendicatrice” delle donne tradite dai compagni

Condannata la donna di Prato che adescava e “puniva” gli uomini infedeli. Coinvolto anche il figlio che la aiutava a creare i profili falsi

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Si è fatta chiamare in molti modi e aveva un solo obiettivo: indossare profili falsi come maschere per scovare ed esporre al pubblico ludibrio gli uomini infedeli. Dietro quelle identità costruite ad hoc, si celava sempre lei: una 60enne, residente in Lombardia, che – a suo dire – abbracciava la missione di “vendicare” le donne tradite.

Il Tribunale di Prato l’ha condannata in primo grado a due anni e quattro mesi per diffamazione

Il Tribunale di Prato l’ha condannata in primo grado a due anni e quattro mesi per diffamazione, revenge porn, stalking e sostituzione di persona. Con lei è stato condannato anche il figlio trentenne, a un anno e otto mesi: la aiutava a creare e gestire gli account falsi, oliando gli ingranaggi del suo delirio da paladina delle donne. Non è stata accusata di estorsione: ha dichiarato di agire per un ideale personale, negando qualsiasi episodio di ricatto economico. Come riportato dal Corriere Fiorentino, la “vendicatrice” non le conosceva neppure. Le sceglieva totalmente a caso, e cominciava il dossieraggio. 

I fatti risalgono al dicembre del 2019, quando la donna ha fatto la richiesta di amicizia a un pratese di trent’anni: “Mi scriveva ogni giorno – racconta l’uomo – e io, ingenuamente, pensavo che volesse soltanto scambiare due chiacchiere. Poi mi ha chiesto una foto, un’altra ancora, finché la cosa è degenerata. Ma non mi sarei mai aspettato che arrivasse a tanto”.

Prato, in che modo agiva la “vendicatrice” di uomini infedeli

Fingendosi una coetanea avrebbe iniziato a scambiare i primi messaggi con l’uomo, poi sono arrivate le foto osé, fino a quando le conversazioni tra i due si sono fatte sempre più intime, sfociando nel sexting (ovvero uno scambio di messaggi erotici e a sfondo sessuale). L’amante virtuale però era sfuggevole e l’uomo, insospettito, nel febbraio 2020 decide di bloccarla. A quel punto la donna impacchetta e invia la corrispondenza alla fidanzata e ai conoscenti dell’uomo. Nel giro di poche ore la vita della vittima viene scombussolata: colpito e affondato, o quasi.

La compagna reagisce in modo inaspettato

La compagna reagisce in modo inaspettato. Turbata dalla situazione decide di perdonare l’uomo e, al contempo, di denunciare l’accaduto alle autorità, che fanno scattare le indagini. Ciò che doveva dividerli ha rafforzato il loro legame e la vendicatrice non è soddisfatta: non solo ha fallito, ma è stata pure oltraggiata. Comincia così la “fase due” del piano. Insieme al figlio decide di pedinare l’uomo, talvolta la coppia, filmando e fotografando tutto con l’obiettivo di cogliere l’uomo sul fatto. Nel farlo pernottano in alcuni hotel di Firenze ed è a quel punto che i pratesi si accorgono di avere due segugi alle calcagna: “una donna e un ragazzo più giovane”. Gli investigatori così sono riusciti a risalire all’identità della responsabile. 

Non era la prima volta, infatti in passato la “giustiziera” era stata segnalata da altre coppie. Ma mai si era spinta a tanto. Alla fine il frutto di quel malsano e deviato senso di giustizia ha reso la vita della coppia insostenibile: “Quella donna mi ha fatto diventare paranoica, dovevo farmi accompagnare da casa al lavoro ogni giorno. Ho fatto un lungo percorso per recuperare lucidità. Ora posso dire che ce l’ho fatta: la cosa più importante è denunciare. Ha cominciato a pedinare me e lui, venendo in Toscana dalla Lombardia. Lei dice che voleva aiutare le donne? Non c’è nulla di femminista in ciò che ha fatto” ha raccontato una delle vittime al Messaggero. A lungo andare la vicenda li ha provati e il loro legame è stato reciso. I due oggi non stanno più insieme.

di Angelo Annese

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