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Matrimonio Gessica Notaro

Quando vince il bene

Il finale fiabesco di una vicenda orrenda. L’aggressore ha cercato di uccidere l’idea della donna che fu, ma Gessica Notaro ha abbracciato la vita
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Quando vince il bene

Il finale fiabesco di una vicenda orrenda. L’aggressore ha cercato di uccidere l’idea della donna che fu, ma Gessica Notaro ha abbracciato la vita
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Quando vince il bene

Il finale fiabesco di una vicenda orrenda. L’aggressore ha cercato di uccidere l’idea della donna che fu, ma Gessica Notaro ha abbracciato la vita
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Il finale fiabesco di una vicenda orrenda. L’aggressore ha cercato di uccidere l’idea della donna che fu, ma Gessica Notaro ha abbracciato la vita
Il matrimonio di Gessica Notaro è una bellissima storia, il finale fiabesco di una vicenda orrenda. Più di ogni altra cosa – vogliamo proprio immaginare così – un nuovo inizio per una donna che ha sofferto l’indicibile per la violenza, l’ignoranza, l’inumanità di un essere deciso a cancellare quella che considerava non una persona – tanto meno una persona amata – ma un oggetto di proprietà esclusiva. In quel matrimonio fastoso, hollywoodiano in alcuni aspetti, esagerato nei numeri, volutamente sotto i riflettori e senza alcuna remora di dar sfogo alla gioia, ci sono tutte le risposte di una donna dall’incredibile forza all’abisso che ha dovuto sperimentare per lunghissimi anni sulla propria pelle. Letteralmente. Essere sfregiata, resa irriconoscibile da un gesto di assoluta malvagità. Una forma di omicidio, in cui l’aggressore ha cercato di uccidere l’idea della donna che fu, costringendo Gessica a convivere con una nuova sé, difficile anche da guardare allo specchio. Pensava lui. Invece, è stata Gessica Notaro a cancellare l’abiezione, abbracciando la vita, affrontando con determinazione e coraggio leonini un percorso che avrebbe devastato chiunque. Il dolore, l’angoscia, le operazioni infinite, la ricostruzione. Fisica e morale. Un capolavoro che ha trovato la migliore delle conclusioni, quasi cinematografica, in quel matrimonio. Ogni amico al suo fianco nel “giorno più bello” – fra i circa 500 invitati alla Reggia di Venaria a Torino – è un testimone di questo inno alla vita. Come chi legge, ascolta, guarda a distanza. Da bambini credevamo che il bene trionfasse sempre, perché così ce lo raccontavano nelle favole. Più cresci e meno ci credi ed ecco che una storia come questa acquisisce un valore incommensurabile, perché ogni tanto capita che a trionfare sia il bene e che a vincere siano i buoni. Nonostante tutto.   Di Fulvio Giuliani

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