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Ragazzine e coltelli

La rissa con coltelli tra due ragazzine nel bresciano è finita su tutti i social grazie al complice “lavoro” di content creator del pubblico. Una storia sbagliata su ogni fronte

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Ragazzine e coltelli

La rissa con coltelli tra due ragazzine nel bresciano è finita su tutti i social grazie al complice “lavoro” di content creator del pubblico. Una storia sbagliata su ogni fronte

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Ragazzine e coltelli

La rissa con coltelli tra due ragazzine nel bresciano è finita su tutti i social grazie al complice “lavoro” di content creator del pubblico. Una storia sbagliata su ogni fronte

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La rissa con coltelli tra due ragazzine nel bresciano è finita su tutti i social grazie al complice “lavoro” di content creator del pubblico. Una storia sbagliata su ogni fronte

Provincia di Brescia, vicino il Lago di Garda, due ragazz(in)e litigano – per motivi molto più che futili – e finiscono per insultarsi oltre ogni limite, fino a quando compare un coltello e una delle due, poco più che una bambina, colpisce con uno, due, tre fendenti l’altra.

Forse “rivali in amore “, molto più probabilmente due bulle pronte a tutto per guadagnarsi un po’ di malinteso “rispetto” dalla loro compagnia, che sembra virare verso un’edizione in salsa provinciale delle gang americane. Nessuno interviene e già questo è già profondamente indicativo.

Riprendono, riprendono e incitano per poter riprendere di più è meglio. Pensando prima di ogni altra cosa alla possibile “viralità” dell’indecorosa e violentissima scena che sta avvenendo davanti ai loro occhi. Tutti ragazzini, come le due protagoniste di una specie di duello rusticano di indicibile violenza. L’unica a muovere un dito, alla fine, è una ragazza come loro.

È tutto sbagliato in questa storia e non basta fare le solite riflessioni sulla gioventù al tempo dei social, sull’influenza corruttrice di un’idea di popolarità a basso costo, sul cui altare gente (di tutte le età) è pronta più o meno a qualsiasi cosa. C’è del malato in chi litiga per nulla e non si fa il minimo scrupolo ad accoltellare “l’avversaria”.
Chissà cosa avrà visto in quella ragazzina da ferire, che cosa le sarà passato per la testa mentre decideva di affondare una lama nel corpo di una coetanea.

Tutti noi abbiamo sperimentato la vertigine spaventosa del rischiare di perdere il controllo, la furia che ti può assalire anche per eventi di totale banalità come una litigata a un semaforo, un’occhiata che ci sembra minacciosa.
Nella stragrande maggioranza dei casi, altre voci nella nostra testa ci fermano, ma nessuna voce si è sentita nella testa di questa ragazzina. Nessun freno è scattato e nessun freno è scattato anche nel “pubblico“ di questa oscenità. Si dovranno essere sentiti tutti dei content creator di questa schifezza.

Si saranno probabilmente ritenuti fortunati dell’avere davanti agli occhi, servita su un piatto d’argento, un’occasione così succulenta per diventare famosi per 45 secondi e guadagnare una manciata di follower.
Mi chiedo che cosa penseranno i genitori dell’accoltellatrice, della ragazzina ferita e degli spettatori ignavi. Voglio sperare che qualcuno si vergogni o almeno si ponga delle domande scomode su se stesso.

Sarò pessimista, contravvenendo al mio carattere, ma ho il fondato timore che in questo caso tutti troveranno delle comodissime giustificazioni.
Come dire: tranquilli, gli spari sopra sono per voi. 

di Fulvio Giuliani

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