“Se vuoi vedere com’è fatto il diavolo guarda lui”, parla la sorella del killer Kaufmann
Kaufmann aveva già alle spalle un passato di violenza. Il racconto della sorella del killer: “Se vuoi vedere com’è fatto il diavolo guarda lui”
“Se vuoi vedere com’è fatto il diavolo guarda lui”, parla la sorella del killer Kaufmann
Kaufmann aveva già alle spalle un passato di violenza. Il racconto della sorella del killer: “Se vuoi vedere com’è fatto il diavolo guarda lui”
“Se vuoi vedere com’è fatto il diavolo guarda lui”, parla la sorella del killer Kaufmann
Kaufmann aveva già alle spalle un passato di violenza. Il racconto della sorella del killer: “Se vuoi vedere com’è fatto il diavolo guarda lui”
Dicono i suoi fratelli: “Se vuoi vedere com’è fatto il diavolo guarda lui”. Parole che raccontano in modo chiaro che Francis Charles Kaufmann, l’uomo accusato di aver ucciso la compagna e la loro bambina ritrovate a Villa Pamphili, alle spalle aveva già un passato di violenza. Sin da bambino, a quanto raccontato dalla sorella in una intervista a Repubblica dove la donna parla di una persona pericolosa e violenta, ancora di più se alterata da droga e alcol.
Di una persona di cui tutta la famiglia aveva paura, tanto che, spiega lei, quando seppero che la donna con cui stava aspettava una bambina “iniziarono a pregare ogni giorno”. “È uno psicopatico, avevamo paura che uccidesse la bimba e lo ha fatto” dice la sorella che racconta di come Kaufmann avrebbe già in passato provato a uccidere suo fratello.
Dettagli su dettagli che non fanno altro che rendere più sconcertante una vicenda già di per sé agghiacciante. Sembra accertato che l’uomo abbia ucciso anche la compagna, strangolandola, non solo la figlia. Ma in ogni caso negli Stati Uniti aveva già precedenti, e come dimostrano le parole della sorella chi lo conosceva sapeva di cosa fosse capace.
Eppure nessuno lo ha fermato. Eppure ci sono voluti giorni per risalire a lui. Eppure se n’è andato in giro per l’Europa, si è pure fatto sovvenzionare un film mai prodotto. Eppure forse poteva essere fermato. E invece no, e invece ancora una volta forse si è sottovalutata la pericolosità di una persona. Come succede purtroppo tante, troppe volte.
Di Annalisa Grandi
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