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Sesto San Giovanni, uomo ucciso e poi dato alle fiamme

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Sono state evidenziate ferite da taglio dalle analisi effettuate sul corpo carbonizzato dell’uomo trovato senza vita in un appartamento di Sesto San Giovanni (Milano)

Sesto San Giovanni, uomo ucciso e poi dato alle fiamme

Sono state evidenziate ferite da taglio dalle analisi effettuate sul corpo carbonizzato dell’uomo trovato senza vita in un appartamento di Sesto San Giovanni (Milano)

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Sesto San Giovanni, uomo ucciso e poi dato alle fiamme

Sono state evidenziate ferite da taglio dalle analisi effettuate sul corpo carbonizzato dell’uomo trovato senza vita in un appartamento di Sesto San Giovanni (Milano)

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Sono state evidenziate ferite da taglio dalle analisi effettuate sul corpo carbonizzato dell’uomo trovato senza vita in un appartamento di Sesto San Giovanni (Milano). L’incendio è scoppiato nella notte tra il 22 e il 23 luglio in un’abitazione di via Fogagnolo, al civico 130. Erano le 3:30 del mattino quando gli inquilini del palazzo hanno lanciato l’allarme. Durante le operazioni di spegnimento, i vigili del fuoco hanno rinvenuto il corpo di un uomo adagiato su un letto.

Inizialmente si è pensato che la vittima potesse essere lo studente ventenne che vive nella casa. Dopo ulteriori verifiche è emerso che si trattava di un uomo di origine turca, sulla sessantina, con regolare cittadinanza italiana. Le fiamme avevano reso inutilizzabili le impronte digitali. Il volto era sfigurato dalle ustioni. Quindi, per identificare la salma, è stata essenziale la testimonianza del ventenne che, al momento dell’accaduto, si trovava in vacanza. Lo studente, con regolare contratto di affitto, ha raccontato agli agenti di essere partito lasciando la casa nelle disponibilità del 62enne.

Il medico legale, dopo un’analisi accurata, ha stabilito che sul corpo erano presenti ferite compatibili con coltellate, ancora ben visibili su torace e braccio destro. Una dinamica che fa pensare a un estremo tentativo di difesa. Secondo gli inquirenti, tutto sarebbe avvenuto in due fasi: l’assassino lo avrebbe colpito mortalmente e adagiato sul letto. In un secondo momento avrebbe deciso di appiccare l’incendio nel tentativo di cancellare ogni traccia. Il rogo, infatti, si è propagato proprio dal letto di quell’appartamento posto al piano rialzato. Alcuni inquilini della palazzina di quattro piani evacuata nella notte hanno raccontato di aver udito una lite animata provenire dall’appartamento. Le tapparelle abbassate e le inferriate, inoltre, hanno ostacolato l’ingresso dei soccorritori.

La morte di Hayati Hayim Aroyo sarebbe il triste epilogo di un regolamento di conti in seno alla malavita. Il 62enne, incensurato, era il cognato di Hüseyin Saral – boss dei Sarallar, un’organizzazione criminale turca attiva in Germania, Italia, Olanda e BelgioQuest’ultimo è morto per mano di due sicari in un agguato a Crotone nel 2005. Quel giorno c’era anche Hayati: si trovava in macchina con il cognato, ma riuscì a uscirne indenne. Nella casa di via Fogagnolo gli inquirenti hanno trovato alcuni ritagli di giornale con i dettagli delle cronache di quel giorno. 

di Angelo Annese

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