A 81 anni è fuggita dall’Rsa di Faenza e ha deciso di prendere un treno per Rimini. Quindi è scesa a Bellaria Igea Marina per recarsi all’Hotel Flora dove trascorreva le vacanze al mare con la sua famiglia, ma lo ha trovato chiuso. Così, Bice, la protagonista di questa storia, si è recata dal parroco della chiesa locale, che ha chiamato i carabinieri per far tornare l’anziana nella casa di riposo.
Una chiamata che non deve aver fatto piacere alla signora: “Voglio dimostrare che ce la faccio da sola“, ha detto Bice in tv. Ha scelto i luoghi dove ha trascorso la sua gioventù per far valere la sua voglia di libertà. La libertà di avere una casa tutta per sé, di uscire, passeggiare, pranzare quando le pare.
“Ho preso il mio carrellino, l’ascensore, la mia borsa, ho fatto il biglietto e ho preso il treno” ha detto la signora a La vita in diretta. Dopo che il parroco della chiesa di Igea Marina ha chiamato le forze dell’ordine, queste hanno convinto la signora a salire sull’ambulanza per andare in ospedale a controllare il suo stato di salute. Il giorno dopo l’anziana è stata portata nuovamente nella Rsa di Faenza.
Un epilogo ostile alla (grande forza di) volontà di Bice che non vuole stare in nessuna struttura: “Ho nostalgia di poter abitare per conto mio, in libertà, di poter gestire la mia pensione” ha detto a Pomeriggio Cinque.
Non sappiamo se la donna sia capace di intendere e di volere, anche se la sua lucidità parrebbe dare una risposta. Se così fosse, perché non accontentare la sua libera scelta di trascorrere gli ultimi anni di vita fuori da una Rsa? Per la sua salute, evidentemente, ma chi può sindacare sulla scelta di un essere umano di morire dove e come preferisce? Ci sono posti dove il dolore è più facile da sopportare, perché appartengono all’esistenza di ciascuno e alla sua storia. In questo caso lunga 81 anni.
“Voglio vivere e morire dove mi pare”, ha detto Bice. Sarebbe bello vedere il suo desiderio realizzato.
Di Giovanni Palmisano
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