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Morte piccola Indi

Silenzio e rispetto

È morta la piccola Indi. La neonata, alla quale sono stati staccati i supporti vitali, è deceduta all’1.45 ora inglese. Aveva ottenuto la cittadinanza italiana in tempi record

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Silenzio e rispetto

È morta la piccola Indi. La neonata, alla quale sono stati staccati i supporti vitali, è deceduta all’1.45 ora inglese. Aveva ottenuto la cittadinanza italiana in tempi record

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Silenzio e rispetto

È morta la piccola Indi. La neonata, alla quale sono stati staccati i supporti vitali, è deceduta all’1.45 ora inglese. Aveva ottenuto la cittadinanza italiana in tempi record

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È morta la piccola Indi. La neonata, alla quale sono stati staccati i supporti vitali, è deceduta all’1.45 ora inglese. Aveva ottenuto la cittadinanza italiana in tempi record

Non sempre si riesce a dire, scrivere, neppure pensare qualcosa di sensato. Ci sono volte in cui (r)esiste solo la pietà umana, la compassione e il silenzio. La fine della brevissima parabola della piccola Indi, annunciata all’alba dai genitori, interroga l’insondabile. Obbliga ciascuno di noi a porsi – per l’ennesima volta – le domande che non hanno risposta, se non rifugiandosi in una razionalità troppo dolorosa per tanti. Resta “contro natura” la morte di un bambino di pochi giorni, settimane, mesi o anni. Lo affermiamo con sincera convinzione, pur sapendo benissimo che non è così, che non è “contro natura“ ma solo totalmente intollerabile. Oltre che incomprensibile. Siamo certi non mancheranno polemiche, anche in queste ore di dolore, le prese di posizione pur animate da oneste motivazioni personali e morali ma resta sempre l’opzione del silenzio, del rispetto. Che non è fuga cinica e pavida davanti a quello che sarebbe potuto essere, ma ammissione degli enormi limiti dell’essere umano. Non possiamo tutto e spesso non possiamo neppure qualcosa: non arrendersi a questa consapevolezza è una delle molle del progresso, della ricerca scientifica, di quei continui e piccoli passi che ci hanno portati da una caverna allo spazio. Eppure, nonostante tutto questo, restiamo largamente imperfetti e impotenti. La terra ti sia lieve, Indi.   Di Fulvio Giuliani

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