Soldi pubblici per le connessioni: Infratel e l’ennesimo voucher
Infratel ha sfornato l’ennesimo voucher per incentivare le famiglie ad abbonarsi alla banda ultralarga, escludendo, però, proprio coloro che andrebbero incentivati al salto verso la fibra

Soldi pubblici per le connessioni: Infratel e l’ennesimo voucher
Infratel ha sfornato l’ennesimo voucher per incentivare le famiglie ad abbonarsi alla banda ultralarga, escludendo, però, proprio coloro che andrebbero incentivati al salto verso la fibra
Soldi pubblici per le connessioni: Infratel e l’ennesimo voucher
Infratel ha sfornato l’ennesimo voucher per incentivare le famiglie ad abbonarsi alla banda ultralarga, escludendo, però, proprio coloro che andrebbero incentivati al salto verso la fibra
Infratel ha sfornato l’ennesima perla della creatività italiana: un nuovo voucher da 300 euro per incentivare le famiglie ad abbonarsi alla banda ultralarga. Con la solita logica del “bonus per tutto”, la misura promette di coprire il 50% delle spese per abbonamenti ad almeno 30 Mbit/s, rivolgendosi a chi non ha ancora un contratto attivo. Cinquanta milioni di euro per appena 165mila utenti: un capolavoro di efficienza. Chissà cosa ne pensa il sottosegretario con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, che parla di strategie per «colmare il ritardo digitale del Paese».
La curiosità del piano è evidente: invece di cablare davvero il Paese, regaliamo soldi alle famiglie sperando che poi la fibra arrivi per magia. Dopotutto, perché preoccuparsi delle infrastrutture quando si può dare l’illusione di fare qualcosa con un bel voucher? I dati Istat raccontano che nel 2024 l’86,2% delle famiglie ha già un abbonamento Internet, il 99,1% di quelle con un minore e il 60% di quelle composte da soli anziani. Il capolavoro sta tutto nella condizione di accesso: niente voucher per chi ha già un abbonamento, anche se relegato a una connessione di scarsa qualità. Risultato: si escludono proprio coloro che andrebbero incentivati al salto verso la fibra, mentre si premiano quelli che si sarebbero abbonati comunque o che lo faranno solo trascinati dalle solite campagne commerciali degli operatori, i veri beneficiari del bonus che per due anni potranno incassare lo sconto in fattura.
E dire che il precedente voucher da 200 milioni di euro, destinato alle famiglie a basso reddito, si era fermato a metà strada con risorse inutilizzate: ma perché mai correggere gli errori, quando è così comodo replicarli? Ciliegina finale: il requisito del servizio apre le porte al voucher anche per abbonamenti Fwa o satellitari. Un altro capolavoro, in un Paese che proclama di voler puntare tutto sulla fibra.
A coronare il tutto c’è poi il contributo del 50% per i cosiddetti “Ko tecnici”, ovvero quegli ostacoli infrastrutturali che richiederebbero interventi seri. Naturalmente riservato solo a chi non ha contratti preesistenti, perché la coerenza, si sa, è un lusso superfluo. Ma il vero capolavoro è un altro: la misura sembra cucita addosso a Open Fiber, che nelle ‘aree bianche’ ha spesso lasciato la fibra a poche decine di metri dagli edifici. Coincidenze? Difficile crederlo.
Con il paravento del voucher, si finanziano di fatto quegli ultimi metri di cablaggio che l’operatore wholesale aveva lasciato in sospeso, consentendogli finalmente di mettere a mercato i servizi per gli operatori retail. Un regalo pubblico travestito da politica sociale. Intanto, nelle ‘aree nere’ restano fuori migliaia di edifici mai cablati con la fibra perché ‘poco convenienti’: piccole ‘aree bianche’ nascoste dentro le grandi città. Perché non sostenere anche questi cittadini allo stesso modo degli abitanti delle ‘aree bianche’?
Di Sergio Boccadutri
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