La mostruosa anormalità del Sud
Chiunque sia di Napoli o di tante altre realtà del Sud d’Italia, è cresciuto nella consapevolezza di una doppia realtà, doppia morale e doppia “legalità“, che il più delle volte è direttamente confronto fra legalità e illegalità conclamata
La mostruosa anormalità del Sud
Chiunque sia di Napoli o di tante altre realtà del Sud d’Italia, è cresciuto nella consapevolezza di una doppia realtà, doppia morale e doppia “legalità“, che il più delle volte è direttamente confronto fra legalità e illegalità conclamata
La mostruosa anormalità del Sud
Chiunque sia di Napoli o di tante altre realtà del Sud d’Italia, è cresciuto nella consapevolezza di una doppia realtà, doppia morale e doppia “legalità“, che il più delle volte è direttamente confronto fra legalità e illegalità conclamata
Chiunque sia di Napoli o di tante altre realtà del Sud d’Italia, è cresciuto nella consapevolezza di una doppia realtà, doppia morale e doppia “legalità“, che il più delle volte è direttamente confronto fra legalità e illegalità conclamata
Davanti alla morte di una bambina di otto anni in un incidente stradale che ha coinvolto un’auto che non doveva circolare e un conducente che non doveva guidare si resta semplicemente sbigottiti.
Anche muti, perché qualsiasi commento appare inadeguato e superfluo. Però questo è il nostro mestiere e di sicuro non possiamo star zitti: chi scrive è nato a pochi chilometri dal teatro dell’incidente mortale di ieri, avvenuto nell’immediata provincia del capoluogo partenopeo.
Come chiunque sia di Napoli o di tante altre realtà del Sud, cresciuto nella consapevolezza di una doppia realtà, doppia morale e doppia “legalità“, che il più delle volte è direttamente confronto fra legalità e illegalità conclamata.
I delinquenti sono in qualche misura arginabili: li puoi scoprire, mettere in galera, comunque perseguire, limitare. La massa informe che non delinque in senso stretto, ma vive come se lo Stato, la legge e gli altri non esistessero è immensamente più complessa da controllare.
Un disgraziato che si mette alla guida senza patente, su un’auto senza assicurazione e portando bambini a bordo di una vettura che dovrebbe trasportare al massimo due persone, commette una serie impressionante di reati di cui pagherà le conseguenze. Prima di ogni altra cosa, però, mostra di vivere tutto felice (fino a ieri, almeno questo ce lo auguriamo) al di fuori di qualsiasi idea di civiltà. C’è lui e basta. Mi impressiona molto meno che fosse stato appena scarcerato del fatto che al suo fianco ci fosse la madre della piccola vittima: conferma agghiacciante della “normalità” dell’illegalità.
Questo soggetto si sarà probabilmente vantato di guidare senza patente – a dimostrazione di quel “guappo di cartone” che è – e di andare in giro con una macchina senza assicurazione, realtà diffusissima in troppe aree del nostro Paese. Non facciamo a caso questo esempio, perché le tante volte che ci è capitato di denunciarlo non è mai mancato il genio che alza il ditino e fa notare quanto si paghi di assicurazione al Sud. Come se (anche questo) fosse un complotto ai danni del meridione e non il frutto di una somma di indecenze, oltre che di una concorrenza evidentemente da potenziare. Per chiunque abbia un po’ di sale in zucca, però, quest’ultimo non può che essere tutt’altro discorso.
Ho sempre detestato che giudica immutabile la realtà del Sud e lo scrivo da uomo del Sud. Parimenti, non ho mai avuto alcuna indulgenza per chi nega alla radice l’esistenza di problemi secolari o – peggio ancora – è sempre pronto a trovarvi una giustificazione. Poi piangiamo morti assurde come ieri.
di Fulvio Giuliani
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