Taxi, comandano loro
Ieri a Roma lo sciopero dei taxi ha paralizzato completamente il servizio nella capitale (come in tante altre città italiane), mandando in tilt la città
Taxi, comandano loro
Ieri a Roma lo sciopero dei taxi ha paralizzato completamente il servizio nella capitale (come in tante altre città italiane), mandando in tilt la città
Taxi, comandano loro
Ieri a Roma lo sciopero dei taxi ha paralizzato completamente il servizio nella capitale (come in tante altre città italiane), mandando in tilt la città
Ieri a Roma lo sciopero dei taxi ha paralizzato completamente il servizio nella capitale (come in tante altre città italiane), mandando in tilt la città
Piccola storia triste e sempre uguale di ieri, martedì 21 maggio 2024, a Roma: lo sciopero dei taxi ha paralizzato completamente il servizio nella capitale (come in tante altre città italiane), mandando in tilt una delle metropoli più visitate al mondo.
Non che il giorno prima, senza sciopero, usufruire delle auto bianche fosse stato particolarmente comodo: alla stazione Termini una bella coda di 25 minuti, rigorosamente sotto il sole dardeggiante – lavori perenni e pensiline finite – e in un’aria di generale rassegnazione.
“Colpa” mia, naturalmente, non aver saputo prima dell’agitazione per potermi organizzare di conseguenza, ma informazioni zero a bordo delle stesse auto e da parte dei tassisti, per tacere dei servizi telefonici o delle app delle cooperative, i cui telefoni squillavano a distesa senza che nessuno si fosse preoccupato almeno di registrare un messaggio di sei secondi sullo sciopero.
A cascata, introvabili anche le auto degli Ncc e di Uber. Per un puro colpo di fortuna, dopo 120 minuti – due ore!! – di tentativi e più di qualche benedizione mormorata, è stata proprio Uber a salvarmi e permettermi di non perdere anche il terzo dei treni che avevo prenotato.
Fine della storia triste, ma sui taxi, il loro perdurante e sconfortante disservizio non sappiamo più cosa dire o scrivere: una lobby intoccabile, manco fossero i… balneari. Perdonerete la battuta amara.
Una situazione tragicomica, in cui l’interesse del cittadino semplicemente non esiste, schiacciato da quello esclusivo degli autisti delle auto bianche. Quando va bene, il servizio è arcaico – lo stesso più o meno di quando ero ragazzo – con l’unica eccezione delle suddette app di gestione delle prenotazioni, che funzionano solo se hanno delle auto da smistare: banalmente scontato, ma qualcuno tende a dimenticarlo.
Per il resto, ogni soluzione viene regolarmente bocciata, l’importante è dipingere Uber come il demonio o qualsiasi ipotesi di liberalizzazione, concorrenza ed efficientamento un attacco ingiustificato e immorale ai diritti acquisiti.
È stato da poco presentato un emendamento che massacrerebbe proprio il servizio NCC – e quindi il grande nemico Uber – a tutto vantaggio dei Taxi fieramente immobili sulle proprie posizioni nell’assoluto disinteresse della qualità del servizio offerto (mica sempre) ai cittadini.
La cosa più divertente è che dopo tutta questa affannosa difesa, i tassisti hanno piazzato un bello sciopero in faccia a tutti i politici che trasversalmente non vedono l’ora di correre in loro soccorso. Una storia triste, dicevano, ma anche ridicola e non sappiamo quale dei due aggettivi la definisca meglio: sappiamo che ci ha stancato e ci espone ogni giorno a figuracce inconcepibili.
di Fulvio Giuliani
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