Un pullman turistico è caduto da un ponte a Torino, in piazza Vittorio Veneto. Il bus avrebbe sfondato una parte di Corso Cairoli, in prossimità del semaforo dal ponte di Piazza Vittorio Veneto.

Il mezzo è caduto nel fiume Po e si è parzialmente inabissato. Immediati i soccorsi. Presenti sul posto le forze dell’ordine, i Vigili del Fuoco e i sommozzatori. Un elicottero sorvola l’area.

Non c’è stato niente da fare per l’autista – unica persona a bordo, sul pullman non erano presenti in quel momento passeggeri – preso subito dai soccorritori e portato fuori dal pullman. Lo rendono noto fonti ospedaliere. L’uomo era stato recuperato vivo dai Vigili del Fuoco, anche se incosciente. I sanitari non sono riusciti a rianimarlo e hanno dovuto constatarne il decesso.

Incidente a Torino, le ricostruzioni

Secondo le ricostruzioni, che l’uomo, parcheggiato in piazza Vittorio, sarebbe poi arrivato dritto in retromarcia sul parapetto. Sfiorando pericolosamente due persone. I due – un ragazzo e una signora – sono stati soccorsi e portati in ambulanza. Non sarebbero in gravi condizioni.

I pompieri ipotizzano un malore dell’autista.

Filippo Camedda, titolare del Capodoglio (uno dei locali dei Murazzi, luogo dove è avvenuta la tragedia) racconta di aver assistito a tutta la scena. “Ho visto un autobus che correva a velocità folle – dice – ha urtato la balaustra in pietra, è rimasto in bilico per un attimo e poi è caduto. Il mezzo ha anche colpito una signora, ma soltanto di striscio, senza farle male. Siamo corsi con il salvagente, nel frattempo sono arrivati anche dei ragazzi di un circolo canottieri. Abbiamo lanciato un martello, loro hanno sfondato il vetro dell’autobus e hanno tirato fuori l’autista. Sull’autobus non ci sembra ci fossero altre persone”.

Camedda prosegue: “I ragazzi del circolo canottieri hanno provato a rianimare l’autista per circa mezz’ora, in attesa dei soccorsi. I primi a giungere sul posto sono stati i vigili del fuoco, che hanno bloccato la discesa, poi è arrivata l’ambulanza, ma temo che l’uomo non ce l’abbia fatta”.

di Mario Catania