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Trent’anni dall’omicidio di Elisa Claps

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Sono passati trent’anni dall’omicidio di Elisa Claps, il 12 settembre 1993. Un colpevole, Daniele Restivo, e una famiglia coraggio sempre unita

Elisa Claps e Daniele Restivo

Trent’anni dall’omicidio di Elisa Claps

Sono passati trent’anni dall’omicidio di Elisa Claps, il 12 settembre 1993. Un colpevole, Daniele Restivo, e una famiglia coraggio sempre unita

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Trent’anni dall’omicidio di Elisa Claps

Sono passati trent’anni dall’omicidio di Elisa Claps, il 12 settembre 1993. Un colpevole, Daniele Restivo, e una famiglia coraggio sempre unita

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La sua è una delle vicende di cronaca nera che più hanno sconvolto l’opinione pubblica. Un mistero lungo anni, una ragazza scomparsa quando ne aveva appena sedici.

Sono passati trent’anni dall’omicidio di Elisa Claps, la studentessa di Potenza sparita il 12 settembre del 1993. Una storia per anni raccontata, seguita da tante trasmissioni televisive. Una famiglia, quella di Elisa, che si è battuta per la verità, sempre. Senza fermarsi. E un uomo, Danilo Restivo, arrestato solo dopo aver ucciso ancora, una sarta di Bournemouth, Heather Burnett, massacrata a colpi di forbice nel 2022. Restivo che a Potenza tutti conoscevano per quell’ossessione di tagliare i capelli alle ragazze, Restivo che era l’ultimo ad aver visto Elisa.

Eppure ci sono voluti anni, perché il cerchio si stringesse su di lui. E anni, perché il corpo di Elisa venisse trovato, mummificato, nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza. Dove era sempre stato, dove è stato rinvenuto solo nel marzo 2010. Quasi diciassette anni dopo.

Una Chiesa che è rimasta chiusa fino al 24 agosto scorso, e che oggi ha riaperto, tra le proteste dei familiari di Elisa. Che ancora chiedono di sapere se qualcuno ha coperto Danilo Restivo. Che ancora invocano una verità piena. Anche se oggi per la legge un colpevole c’è: Restivo è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Heather Burnett e a trent’anni per quello di Elisa Claps. Ma quegli anni di silenzio, nonostante la famiglia da subito avesse indicato lui come possibile colpevole, fanno ancora male.

Alla mamma di Elisa, Filomena, che ha passato la sua vita a battersi per avere giustizia per sua figlia. Una mamma coraggio che non si è mai fermata. Davanti ai muri di silenzio. Davanti a una verità parziale. É stato anche grazie al suo coraggio, e a quello del fratello di Elisa Gildo Claps, che si è arrivati a unire i puntini. Che Elisa, in quella foto che siamo stati abituati a vedere, non è stata dimenticata. E non sarà, dimenticata.

di Annalisa Grandi

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