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Trieste, docente universitario salva una studentessa sequestrata all’estero

Durante un viaggio in Bangladesh i familiari le hanno sottratto i documenti per costringerla al matrimonio combinato. La prontezza e il coraggio di un professore dell’Università di Trieste hanno permesso di salvare una sua studentessa da una gravissima violazione dei diritti fondamentali

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Nei giorni scorsi, la prontezza e il coraggio di un professore dell’Università di Trieste hanno permesso di salvare una sua studentessa da una gravissima violazione dei diritti fondamentali. La giovane, nata in Italia, si era recata in Bangladesh, paese d’origine dei genitori, per un viaggio che doveva essere una riscoperta delle proprie radici e che si è tragicamente trasformato in un incubo. La studentessa, infatti, è stata sequestrata e trattenuta con la forza per costringerla a un matrimonio combinato.

Protocollo tristemente noto alla cronaca, prima la scusa per un viaggio al paese di origine, poi il sequestro per le nozze forzate. Dopo averle sottratto i documenti per impedirle di lasciare il Paese, i familiari hanno iniziato a esercitare su di lei violenze fisiche, tentando di reprimere e piegare la sua volontà. Determinata a difendere il proprio diritto all’autodeterminazione, la ragazza è riuscita a mantenere i contatti con uno dei suoi docenti che ha sventato i piani dei suoi aguzzini.

Trieste, L’uomo ha raccolto il suo grido d’aiuto

L’uomo ha raccolto il suo grido d’aiuto e ha deciso di intervenire denunciando la situazione agli organi competenti. Gli investigatori si sono messi in contatto con l’Ambasciata italiana a Dacca, che ha attivato un protocollo d’emergenza per mettere in sicurezza la studentessa e avviare le procedure necessarie al recupero dei documenti utili al rientro.

Attualmente la giovane si trova al sicuro presso la sede diplomatica, in attesa che i familiari restituiscano i documenti per imbarcarsi sul primo volo disponibile per Venezia. Al suo arrivo, sarà accolta dal Nucleo Investigativo, in coordinamento con la Procura di Trieste e il GOAP (Centro Antiviolenza), per definire le misure più idonee a garantirle protezione e supporto.

di Angelo Annese

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