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Troppi giovani con la pistola in mano

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Troppi giovani con la pistola in mano – più degli adulti legati ai clan – che nutrono quel concetto di giustizia fai da te che non dovrebbe esistere. Eppure esiste. Ed è drammatico

Troppi giovani con la pistola in mano

Troppi giovani con la pistola in mano

Troppi giovani con la pistola in mano – più degli adulti legati ai clan – che nutrono quel concetto di giustizia fai da te che non dovrebbe esistere. Eppure esiste. Ed è drammatico

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Troppi giovani con la pistola in mano

Troppi giovani con la pistola in mano – più degli adulti legati ai clan – che nutrono quel concetto di giustizia fai da te che non dovrebbe esistere. Eppure esiste. Ed è drammatico

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“Diciotto anni e 8 mesi me li faccio seduti sul cesso”. Una frase che la dice lunga su quanto il 17enne che ha ucciso, per un paio di scarpe sporcate, Santo Romano, sia pentito di quello che ha fatto. E di quanto abbia rispetto della giustizia. Il messaggio è comparso sul suo profilo TikTok dopo la sentenza di condanna di primo grado col rito abbreviato. Non sappiamo se lo abbia scritto lui, anche perché non dovrebbe, avere accesso ai social. E infatti il suo avvocato ha subito precisato che quella frase non è opera del suo assistito, che naturalmente si trova in carcere. Anche se per la verità non sarebbe la prima volta che qualcuno che si trova dietro le sbarre posta messaggi e foto sui social, eludendo qualsiasi controllo e norma.

Ma anche se lo avesse fatto chi per lui gestisce la sua pagina, poco cambia. La famiglia del minorenne condannato si è affrettata a prendere le distanze da quelle parole, ma il messaggio resta. E quello su cui è necessario riflettere, al di là del caso eclatante, è come una certa cultura dello sprezzo non solo dello Stato, ma anche della vita altrui, sia diffusa anche fra i giovanissimi che fanno parte di certi ambienti.

Da Napoli a Monreale, le cronache raccontano di ragazzi che a uno sgarro rispondono impugnando una pistola. Di ragazzi che sparano, come se sparare fosse normale. Di adolescenti che girano armati come se portarsi appresso una pistola fosse ovvio. Usarla, altrettanto. Uccidere, non poi così grave. Uccidono i giovanissimi, ormai, anche più degli adulti legati ai clan. I rampolli delle cosche, sono quelli con il grilletto facile. E anche quelli che alle cosche non appartengono ma che si nutrono di quel concetto di giustizia fai da te che non dovrebbe esistere. Eppure esiste. Ed è drammatico.

Di Annalisa Grandi

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