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Turismo in Italia, soliti errori

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L’Italia si conferma, anche questo Natale, la capitale mondiale del turismo. Eppure, un episodio minimo a Napoli, mostra l’altra faccia della medaglia

Turismo in Italia, soliti errori

L’Italia si conferma, anche questo Natale, la capitale mondiale del turismo. Eppure, un episodio minimo a Napoli, mostra l’altra faccia della medaglia
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Turismo in Italia, soliti errori

L’Italia si conferma, anche questo Natale, la capitale mondiale del turismo. Eppure, un episodio minimo a Napoli, mostra l’altra faccia della medaglia
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L’Italia scoppia di turisti, letteralmente. I numeri sono ragguardevoli, in alcuni casi esaltanti, da Nord a Sud, dalle città d’arte alle località classiche delle vacanze invernali. Anche il caldo anomalo di Natale non ha minimamente intaccato i pienoni delle stazioni sciistiche, dove i comprensori stanno facendo miracoli per regalare agli sciatori un manto bianco degno di questo nome, in attesa che le temperature torni a scendere e magari si ripresenti persino la neve naturale. Siamo e ci confermiamo la capitale mondiale del turismo, la meta sognata, agognata, un luogo dove – non dimentichiamo mai – milioni di persone di tutto il mondo desiderano poter venire almeno una volta nella vita. Sia detto con il massimo rispetto, altro che Maldive o luoghi esotici. Meravigliosi quanto si vuole, ma di fatto privi di una storia con la ‘S’ maiuscola. Noi siamo l’Italia, il Paese che nelle sue pur ridotte dimensioni può vantare il più alto numero di siti patrimonio dell’umanità per l’UNESCO e un passato semplicemente imparagonabile. In grado di abbracciare praticamente tutti i secoli dai tempi della colonizzazione greca nel meridione del nostro Paese sino a oggi. Per semplificare al massimo, si intende. Eppure, testimonianza “familiare” giunta proprio dalla mia città, Napoli: due turiste giungono in stazione centrale e decidono di raggiungere il centro cittadino in metropolitana. Un’operazione totalmente banale in qualsiasi angolo del mondo sviluppato. Esito dell’”avventura”: informazioni zero, coda chilometrica all’unica macchina self service funzionante nel raggio di centinaia di metri, arrivata alla quale si scopre di poter acquistare il biglietto solo per una delle linee della metropolitana cittadina (la numero due, per la cronaca, quella gestita dalle Ferrovie dello Stato). Per tutte le altre, compresa la celeberrima linea uno con le stazioni-museo giudicate le più belle al mondo, bisogna andare alla caccia di un luogo dove poter acquistare i biglietti o un abbonamento turistico. Individuato fortunosamente un bar e chiesto il tagliando da 20€, ci si sente di rispondere che non sono accettati bancomat e carte di credito. A questo punto, sarebbe più che opportuno e giustificando mandare tutti a quel paese e anche ad alta voce, ma si è in vacanza e le due turiste decidono di abbozzare, pur masticando amaro. Un episodio minimo, eppure in grado di far letteralmente cascare le braccia. Continuiamo a perderci in un bicchier d’acqua, continuiamo a trattare spesso in modo indecente chi ci porta denari dai cinque continenti e poi abbiamo anche la faccia tosta di lamentarci se di volta in volta la Spagna, la Croazia, la Tunisia o fate un po’ voi riescono a “rubarci” fette di turisti. Dopo esserci vergognati un po’, basterebbe fare le cose con serietà. Partendo dai piccoli servizi quotidiani e basta – per cortesia – con le scuse sempre uguali. Non ne possiamo più. di Fulvio Giuliani La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

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