Domande scomode, ma necessarie
Parole durissime, oggi sul Corriere della Sera, della virologa Ilaria Capua – un’autorità nel suo campo, non un’improvvisata da talk show – su chi sceglie consapevolmente di non vaccinarsi.
Domande scomode, ma necessarie
Parole durissime, oggi sul Corriere della Sera, della virologa Ilaria Capua – un’autorità nel suo campo, non un’improvvisata da talk show – su chi sceglie consapevolmente di non vaccinarsi.
Domande scomode, ma necessarie
Parole durissime, oggi sul Corriere della Sera, della virologa Ilaria Capua – un’autorità nel suo campo, non un’improvvisata da talk show – su chi sceglie consapevolmente di non vaccinarsi.
Parole durissime, oggi sul Corriere della Sera, della virologa Ilaria Capua – un’autorità nel suo campo, non un’improvvisata da talk show – su chi sceglie consapevolmente di non vaccinarsi.
Attenzione, non gli estremisti No Vax, ma scrive: “sto parlando di quelli che fra chiacchiere da bar, cose sentite in tv e una sana dose di egoismo miope oltre che insopportabile si sono trasformati in dei convinti sostenitori del «ma io anche no» e stanno creando i presupposti per un altro inverno di chiusure e di ambulanze a sirene spiegate, di esami di screening o controllo oncologico posticipati che si porteranno via ancora vite oltre ad aggiungere dolore e sofferenza a questi anni durissimi”.
Quante orecchie saranno fischiate o dovrebbero fischiare a leggere queste parole, che vengono poi sviluppate da Ilaria Capua in una domanda retorica e urticante. Chi pagherà, si chiede, le enormi spese che comporteranno questi atteggiamenti irrazionali? La risposta, che riportiamo integralmente, è devastante. Sempre si abbia voglia di leggere con gli occhi liberi dallo sciocchezzario che ci ha circondato negli ultimi giorni.
Scrive Ilaria Capua: “ma allora ai non vaccinati per scelta — ovvero coloro che rifiutano di assumere una misura di salute pubblica necessaria a tenere l’emergenza sotto controllo, e di conseguenza uno strumento essenziale per mantenere in equilibrio il sistema sanitario nazionale — si potrebbe immaginare di proporre una piccola franchigia, per non dire ticket, in caso di ricovero Covid che vada a coprire almeno i costi «non sanitari» dell’ospedale: letto, biancheria, mensa , servizio di pulizia, utenze. In cambio della libertà di scegliere se vaccinarsi o no, si potrebbe chiedere un piccolo contributo rispetto al costo totale del ricovero in terapia intensiva. Si tratterebbe soltanto di 1.000-2.000 euro al giorno. Sì, al giorno”.
Prima di insultare la professoressa Capua o chiunque provi a far ragionare le persone sui rischi che potremmo assumerci, riflettiamo insieme sulle conseguenze di determinati comportamenti, ma anche di una propaganda sciocca e pericolosa. Pensiamo a chi potrebbe finire in ospedale, in terapia intensiva e anche – perché no – a quella cifra, 1000-2000 euro AL GIORNO, di sole spese non sanitarie.
Quando le chiacchiere stanno a zero.
di Fulvio Giuliani
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