Abbandona chi può permetterselo
| Economia
La pandemia ha cambiato anche il mondo del lavoro. Ci sono sempre più persone che decidono di dimettersi per trovare un lavoro più appagante. Anche in Italia questo fenomeno è in crescita.

Abbandona chi può permetterselo
La pandemia ha cambiato anche il mondo del lavoro. Ci sono sempre più persone che decidono di dimettersi per trovare un lavoro più appagante. Anche in Italia questo fenomeno è in crescita.
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Abbandona chi può permetterselo
La pandemia ha cambiato anche il mondo del lavoro. Ci sono sempre più persone che decidono di dimettersi per trovare un lavoro più appagante. Anche in Italia questo fenomeno è in crescita.
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Dopo i lockdown, il grande abbandono. La pandemia ha cambiato come forse era inevitabile anche il mondo del lavoro. E c’è un fenomeno che colpisce e che negli Stati Uniti è stato ribattezzato “The Great Resignation”, ovvero un’ondata come non se ne ricordavano dal 2000 di persone che decidono di abbandonare il posto di lavoro per trovarne un altro più remunerativo o più appagante.
I numeri americani sono degni di nota – oltre 4 milioni di dimissioni nel solo mese di agosto – ma anche in Italia il fenomeno è in crescita: tra aprile e giugno 500mila lavoratori si sono dimessi, il 37% in più dello stesso periodo del 2020. Sulle ragioni che muovono questo tipo di scelte si dibatte, di certo l’emergenza Covid ha portato a rivalutare le priorità personali e ad avere tempo per maturare riflessioni solitamente accantonate a causa della frenesia della vita quotidiana.
Ma quello su cui occorre riflettere è che, seppur in certi settori si stiano affrontando una grave crisi e una ripartenza complicata, evidentemente esistono sacche del mondo lavorativo in cui queste difficoltà non ci sono. Per lasciare un posto fisso, soprattutto in Italia dove il mercato è tutt’altro che fluido come oltreoceano, bisogna poterselo permettere. Economicamente, innanzitutto.
Senza solidità finanziaria, la voglia di cambiare rimarrebbe un sogno. Invece i numeri parlano, e raccontano che probabilmente non è tutto così drammatico come sembra, nel mondo del lavoro. Non può essere altro che una buona notizia.
di Annalisa Grandi
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