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AirBnb e la caccia alle streghe

AirBnb è il nuovo cattivo di turno, da un po’ nel centro del mirino di amministrazioni locali in giro per il mondo, comitati di cittadini, commentatori etc
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AirBnb e la caccia alle streghe

AirBnb è il nuovo cattivo di turno, da un po’ nel centro del mirino di amministrazioni locali in giro per il mondo, comitati di cittadini, commentatori etc
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AirBnb e la caccia alle streghe

AirBnb è il nuovo cattivo di turno, da un po’ nel centro del mirino di amministrazioni locali in giro per il mondo, comitati di cittadini, commentatori etc
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AirBnb è il nuovo cattivo di turno, da un po’ nel centro del mirino di amministrazioni locali in giro per il mondo, comitati di cittadini, commentatori etc
Con cadenza regolare, la pubblica opinione – per meglio dire il dibattito mediatico e social – ha bisogno di individuare un “cattivo“. Ora è il turno di AirBnb, da un po’ nel centro del mirino di amministrazioni locali in giro per il mondo, comitati di cittadini, commentatori, influencer e quanti altri, convinti che lo straordinario successo di questo aggregatore di annunci per affitti brevi abbia finito per stravolgere il volto stesso delle città. Sarà un caso e certamente lo sarà, la campagna in Italia vede anche la concomitante inchiesta giudiziaria che imputa al colosso fondato da Brian Chesky e Joe Gebbia di aver sostanzialmente evaso tasse per 779 milioni di euro. Resta la sostanza: AirBnb è un pericolo? A una domanda così posta, la risposta non può che essere “No“. In AirBnb sono stati semplicemente più bravi a veicolare un nuovo modo di gestire la domanda e l’offerta di alloggi turistici. Esattamente come le compagnie low cost crearono un nuovo mercato che ha finito per disarticolare il sistema delle compagnie aeree tradizionali. A tutto vantaggio di noi viaggiatori. Ha ragione il Ceo di AirBnb Chesky quando sostiene che la sua società non è responsabile della desertificazione dei centri storici, nel senso che non è e non può essere l’unica responsabile. Fissare dei tetti, studiare dei limiti non è solo logico, è doveroso per le amministrazioni locali. Ha provato a farlo New York e ed è un esperimento da seguire con attenzione, ricordando però che altre città statunitensi hanno vissuto questo fenomeno indipendentemente da Airbnb. Si pensi a Seattle, dove la “colpevole“ dell’impazzimento del mercato è Amazon. Airbnb ha garantito opzioni di viaggio per milioni di persone, aiutato un’infinità di famiglie a visitare città e luoghi che con la “normale” offerta alberghiera avrebbero fatto fatica anche a sfiorare, garantito meravigliose esperienze di vita (aspetto da non sottovalutare). AirBnb non è il diavolo, così come non può ritenersi intoccabile, al di sopra della legge o semplicemente troppo furba. È una società, non è il giudizio divino sul futuro delle nostre città. di Fulvio Giuliani

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