Si trova a Napoli l’Apple Academy
L’Apple Academy del capoluogo campano nasce dalla collaborazione tra il colosso del tech, l’ateneo cittadino di riferimento e la Regione. Un modello da seguire per quella Napoli sorda all’auto-lamentismo ma ostacolata dalla carenza di servizi.
| Economia
Si trova a Napoli l’Apple Academy
L’Apple Academy del capoluogo campano nasce dalla collaborazione tra il colosso del tech, l’ateneo cittadino di riferimento e la Regione. Un modello da seguire per quella Napoli sorda all’auto-lamentismo ma ostacolata dalla carenza di servizi.
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Si trova a Napoli l’Apple Academy
L’Apple Academy del capoluogo campano nasce dalla collaborazione tra il colosso del tech, l’ateneo cittadino di riferimento e la Regione. Un modello da seguire per quella Napoli sorda all’auto-lamentismo ma ostacolata dalla carenza di servizi.
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L’Apple Academy del capoluogo campano nasce dalla collaborazione tra il colosso del tech, l’ateneo cittadino di riferimento e la Regione. Un modello da seguire per quella Napoli sorda all’auto-lamentismo ma ostacolata dalla carenza di servizi.
Secondo la Cnn è tra le mete da visitare nel 2022. Unica italiana nella lista della sezione viaggi del network newyorkese assieme a Valencia, Oslo, Perù e Australia. Una «città verace dai mille colori» per “The New York Times”, che l’inserisce tra i 52 posti del nuovo anno per un «mondo cambiato», in cui i visitatori possono essere parte della soluzione al turismo intensivo e al cambiamento climatico. Stiamo parlando di Napoli, dove si trova pure una «piccola Silicon Valley», così definita un anno fa dal quotidiano tedesco “Der Spiegel”.
A San Giovanni a Teduccio, periferia Est, nell’ex fabbrica di conserve di pomodori Cirio opera infatti l’Apple Academy. Sviluppatori, designer, imprenditori: un hub dell’innovazione avviato quasi sei anni fa e che ha convinto a tal punto il colosso di Cupertino da prolungare al 2025 la collaborazione con l’Università degli Studi Federico II.
Tra sviluppo di software, design delle app e creazione di startup, l’Apple Academy in questo momento è un’altra delle polaroid di una metropoli che cerca la sua strada, la sua centralità in Italia e nel Mediterraneo. Napoli che è metodo, non solo ingegno, sorda all’auto-lamentismo ma ostacolata dalla carenza di servizi. Napoli terza in Italia per pmi e startup innovative (dati Mise), che fa ricorso alle competenze verticali, in scia alle capitali italiane ed europee che si agganciano alla transizione digitale, punto centrale del Pnrr.
«L’Academy è un’occasione di crescita per professionisti e aziende ma anche un esempio. Sappiamo che la scarsa propensione al digitale delle amministrazioni periferiche, come Comuni e Asl, impedisce la crescita tecnologica delle pmi meridionali» riflette Giorgio Ventre, direttore scientifico della Developer Academy, che sottolinea anche la scarsa propensione alla tecnologia in alcune regioni del Sud, certificata dall’Istat: nel Meridione il 40% dei cittadini non dispone di un pc o di un tablet.
Per Napoli che cerca modelli c’è dunque la Apple Academy, che nasce dalla collaborazione tra un colosso mondiale del tech, l’ateneo cittadino di riferimento e un pezzo delle istituzioni: quella Regione Campania che ha investito fondi europei sull’area ex industriale, ora divenuta un campus universitario sul modello americano.
In quella stessa zona si contano peraltro diverse altre academy: DtLab di Cisco, Digita di Deloitte, Cyber Hackademy di Accenture, CyBorg di Tim, 5G di CapGemini, Tim, Nokia e Make, l’academy delle Ferrovie dello Stato, poi Aspi e Kpmg. Oltre cento aziende hanno partecipato a eventi di recruiting per i diplomati dell’Apple Academy che una volta usciti dal campus napoletano vanno a formare una developer community: quelli che l’innovazione la costruiscono per i consumatori e da cui attingono giganti del tech in Europa, in Asia, negli Stati Uniti.
di Nicola Sellitti
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