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Attenzione a conti in ordine e clienti felici

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Il nuovo contratto di lavoro Ita Airways introduce importanti novità come ad esempio una quota variabile del salario. Resta il rammarico che per arrivare ad un equilibrio sia stato necessario un fallimento.

Attenzione a conti in ordine e clienti felici

Il nuovo contratto di lavoro Ita Airways introduce importanti novità come ad esempio una quota variabile del salario. Resta il rammarico che per arrivare ad un equilibrio sia stato necessario un fallimento.
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Attenzione a conti in ordine e clienti felici

Il nuovo contratto di lavoro Ita Airways introduce importanti novità come ad esempio una quota variabile del salario. Resta il rammarico che per arrivare ad un equilibrio sia stato necessario un fallimento.
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Buon segno, il contratto di lavoro Ita Airways. Nuovo per forza di cose, essendo appena partita, ma che coinvolge l’intero settore, avendo forma di contratto collettivo nazionale, che era scaduto da cinque anni. Oltre a colmare un vuoto introduce significative novità. Intanto una quota variabile del salario, calcolata semestralmente e che pesa per il 15%, sarà legata alla redditività della compagnia e alla soddisfazione dei clienti. Che è un buon modo per tenere assieme costi e crescita, oltre che per far considerare quanti volano effettivamente dei clienti e non degli utenti da scarrozzare. Il pareggio operativo dell’azienda è previsto per la seconda metà del 2023 e solo da quella data saranno possibili aumenti salariali, previsti in un 3% per i piloti e in un 1% per gli assistenti di volo. Per i piloti sono anche previsti corsi integrativi in modo da potersi mettere ai comandi delle nuove macchine, che saranno prese in uso. Insomma, si comincia a ragionare come in un’azienda che voglia avere un futuro. Resta il problema delle dimensioni, che sono molto piccole rispetto a quel che serve per stare sul mercato, ma è anche vero che porre questi paletti – dimostrarsi efficienti e rispettare i piani finanziari – è la premessa per cercare alleanze e crescita sulle rotte non coperte. Resta anche il rammarico che per arrivare a una gestione assennata, almeno nelle intenzioni, sia stato necessario passare per un ulteriore fallimento, i cui costi – mai dimenticarlo – sono stati addossati ai contribuenti.   di Redazione

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