Biffi, presidente di Assolombarda: “Questa manovra manca di coraggio. Supportare le aziende sull’AI o resteremo fermi”
Al suo debutto come presidente alla prima assemblea di Assolombarda, Alvise Biffi, lancia un monito al Governo: “Crediti fiscali almeno al 45% e investimenti in ricerca e sviluppo su cui la Germania mette tre volte tanto”

Biffi, presidente di Assolombarda: “Questa manovra manca di coraggio. Supportare le aziende sull’AI o resteremo fermi”
Al suo debutto come presidente alla prima assemblea di Assolombarda, Alvise Biffi, lancia un monito al Governo: “Crediti fiscali almeno al 45% e investimenti in ricerca e sviluppo su cui la Germania mette tre volte tanto”
Biffi, presidente di Assolombarda: “Questa manovra manca di coraggio. Supportare le aziende sull’AI o resteremo fermi”
Al suo debutto come presidente alla prima assemblea di Assolombarda, Alvise Biffi, lancia un monito al Governo: “Crediti fiscali almeno al 45% e investimenti in ricerca e sviluppo su cui la Germania mette tre volte tanto”
Alla sua prima assemblea da neo presidente di Assolombarda, Alvise Biffi, insediatosi lo scorso maggio, non ha usato guanti di velluto ma ha voluto toccare, una a una, tutte le sfide con cui l’imprenditoria lombarda – con quasi 900mila imprese, vera locomotiva del PIL italiano – deve fare i conti oggi: dai dazi al caro energia, dalla prossima manovra di bilancio alla sfida dell’intelligenza artificiale, tema su cui si è incentrato il dibattito che ha visto alternarsi sul palco diversi ospiti illustri, tra cui Dhiraj Mukherjee, uno dei fondatori di Shazam, l’app acquisita da Apple per 400 milioni di dollari nel 2017. A destare preoccupazione è soprattutto la produttività che in Italia, negli ultimi 10 anni, è rimasta praticamente ferma a zero, tenendo lontani gli investitori esteri. Il numero uno di Assolombarda si dice impensierito non tanto dai dazi, “perchè la qualità dei nostri prodotti è difficilmente sostituibile al momento”, piuttosto dal cambio euro-dollaro che nel lungo periodo potrebbe portare a una flessione degli scambi, spingendo i clienti esteri a trovare delle alternative valide al made in Italy: “Guardando al nostro territorio, oggi sono a rischio 900 milioni di euro di vendite estere, ma nel lungo termine questa cifra può quasi triplicare – ha spiegato Biffi – Occorre quindi diversificare, dal Mercosur all’India, fino al Golfo Persico, passando dal Canada, per ridurre le dipendenze da certi mercati”. Non si può però pensare di essere competitivi quando mancano gli investimenti in ricerca e sviluppo. In Lombardia, per esempio, finisce solo l’1,19% del PIL (meno di 6 miliardi quando mediamente in altre regioni europee di pari grandezza questa cifra supera il doppio). “Sul piatto mancano circa 9 miliardi – spiega l’industriale – di cui la legge di bilancio dovrebbe tener conto ma purtroppo vedo che manca il coraggio necessario. Se vogliamo diventare davvero competitivi è indispensabile investire sull’IA e pensare a crediti d’imposta pari almeno al 45%. Nel 2024 la Germania ha dedicato fondi alla ricerca e sviluppo per 44,9 miliardi di euro, noi appena 13,5. Questo vuol dire una spesa per abitante più che doppia (538 euro vs i 229 euro a italiano). Dobbiamo cominciare a colmare questo gap. Se si guarda al mercato italiano l’Intelligenza Artificiale ha registrato una crescita significativa: nel 2024 ha raggiunto quota 1,2 miliardi di euro, mercato trainato prevalentemente dalle soluzioni di Intelligenza Artificiale Generativa, che da sole rappresentano il 43% degli investimenti. Ancora una volta, però, l’adozione riguarda soprattutto le grandi imprese. Solo il 15% delle medie imprese ha già avviato progetti in questa direzione. Una percentuale che scende al 7% se allarghiamo lo sguardo alle piccole imprese che rappresentano il 95% delle realtà industriali in Italia”.
Ma non è solo sulle nuove tecnologie che serve puntare se si vuole migliorare la redditività, fermo restando – sempre secondo Biffi – che il capitale umano non verrà mai sostituito dall’IA. Sul tavolo c’è anche la questione energetica che pesa come un macigno a fine anno sui conti di molte aziende che faticano a tenere testa ai competitor europei dove il costo della materia prima è molto più basso: “Serve una strategia focalizzata a costruire un mix energetico senza escludere nessuna pista, nucleare compreso”. Nulla di tutto ciò può prescindere dalla condivisione e dalla sinergia tra le aziende. Da qui, la nascita di “ForgIA”, un ecosistema di dati aperto ma tutelato presentato nel corso dell’assemblea, grazie al quale imprese concorrenti potranno collaborare tra loro in alcune aree strategiche, continuando a competere in altre.
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- Tag: industria, made in italy
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