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Caos totale sui dazi: i giudici li annullano, poi li ripristinano. E Trump «se la fa sotto»

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È caos totale sui dazi di Trump. Dopo la sospensiva decisa dalla Corte del commercio internazionale degli Usa, una corte d’appello federale ha sospeso l’annullamento della maggior parte dei dazi

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Caos totale sui dazi: i giudici li annullano, poi li ripristinano. E Trump «se la fa sotto»

È caos totale sui dazi di Trump. Dopo la sospensiva decisa dalla Corte del commercio internazionale degli Usa, una corte d’appello federale ha sospeso l’annullamento della maggior parte dei dazi

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Caos totale sui dazi: i giudici li annullano, poi li ripristinano. E Trump «se la fa sotto»

È caos totale sui dazi di Trump. Dopo la sospensiva decisa dalla Corte del commercio internazionale degli Usa, una corte d’appello federale ha sospeso l’annullamento della maggior parte dei dazi

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È caos totale sui dazi trumpiani. Dopo la sospensiva decisa ieri dalla Corte del commercio internazionale degli Usa, e dopo l’impugnazione in appello della sentenza da parte della Casa Bianca, è arrivata una nuova giravolta. Una corte d’appello federale ha infatti sospeso in via temporanea l’annullamento della maggior parte dei dazi imposti dall’amministrazione. «Le sentenze e le ingiunzioni permanenti emesse dalla Corte del commercio internazionale in questi casi sono temporaneamente sospese fino a nuovo avviso mentre questa corte esamina i documenti di istanza», si legge nell’ordinanza.

Una sospensione che consente di mantenere in vigore i dazi, mentre la corte valuta le ulteriori mozioni presentate. In questo modo le tariffe commerciali, tanto care al tycoon, sono salve. Del resto, Trump lo aveva detto: in caso di rigetto (in tempi brevi) dell’istanza di appello avrebbe richiesto un «intervento d’emergenza» alla Corte Suprema.

Ma non tutti i dazi sono di nuovo attivi. Perché oltre al tribunale per il commercio internazionale, nel tardo pomeriggio di ieri anche un altro giudice aveva imposto lo stop. Si tratta di Rudolph Contreras, magistrato della corte federale di Washington Dc.

Donald Trump ha subito attaccato, con un post su Truth, la sentenza della Corte commerciale. «L’orribile decisione stabilisce che avrei dovuto ottenere l’approvazione del Congresso per i dazi», lamenta. «In altre parole, centinaia di politici si dovrebbero riunire a Washington per settimane, o persino mesi, cercando di giungere a una conclusione su quanto addebitare agli altri Paesi che ci trattano ingiustamente. Se questa sentenza fosse stata mantenuta avrebbe distrutto completamente il potere presidenziale: la presidenza non sarebbe mai più stata la stessa!».

Ma intanto i negoziati commerciali si sono definitivamente impantanati (proprio stamane il segretario al Tesoro Scott Bessent ha dichiarato che quelli con la Cina sono «un po’ in stallo») . Troppa incertezza, cambi di passo, forse persino timore da parte di Trump. Da giorni, negli ambienti economico-finanziari Usa si parla di politiche “Taco”, che sta per “Trump-always-chickens-out” (“Trump se la fa sempre sotto”). Il presidente, scoperta questa nuova visione, se l’è presa: «Io sono un duro». Può darsi. Intanto, però, anche il suo livore nei confronti dei giudici che sistematicamente smontano le sue politiche (a oggi, stimano i media americani, la quasi totalità degli atti della Casa Bianca da inizio mandato sono stati annullati dai tribunali perché illegali) sembra dimostrare un certo timore. Quello di non apparire un vero duro.

Di Umberto Cascone

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