Caro carburanti e accise: sull’A1 sono stati raggiunti i 2,4 euro al litro – IL VIDEO
Codacons, nel 2025 il pieno potrebbe arrivare a costare 36 euro in più a consumatore. Una “escalation senza fine che rischia di avere effetti a cascata per consumatori e imprese”
Caro carburanti e accise: sull’A1 sono stati raggiunti i 2,4 euro al litro – IL VIDEO
Codacons, nel 2025 il pieno potrebbe arrivare a costare 36 euro in più a consumatore. Una “escalation senza fine che rischia di avere effetti a cascata per consumatori e imprese”
Caro carburanti e accise: sull’A1 sono stati raggiunti i 2,4 euro al litro – IL VIDEO
Codacons, nel 2025 il pieno potrebbe arrivare a costare 36 euro in più a consumatore. Una “escalation senza fine che rischia di avere effetti a cascata per consumatori e imprese”
Codacons, nel 2025 il pieno potrebbe arrivare a costare 36 euro in più a consumatore. Una “escalation senza fine che rischia di avere effetti a cascata per consumatori e imprese”
Una “escalation senza fine che rischia di avere effetti a cascata per consumatori e imprese”, si sono pronunciati con queste parole Federconsumatori e Codacons che, in questi giorni, hanno visto salire vertiginosamente i prezzi delle colonnine nei distributori sparsi per il Paese. Sull’A1 il 10 gennaio la benzina al servito è arrivata a 2,409 euro al litro (2,319 euro/litro il gasolio), stessa sorte è toccata agli automobilisti in transito sulla A21 con 2,399 euro/litro (2,299 euro il diesel) e cifre molto simili sono state rilevate anche su altri tratti autostradali ad elevato scorrimento quali A4, A14, A11, A7, A22, A8 e A26. Dopo aver analizzato i report stilati sul sito del Mimit le associazioni hanno segnalato l’aumento, anche se nelle scorse ore è intervenuto il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, bollandolo come un falso allarme e ribadendo che “i casi di prezzi particolarmente elevati sono l’eccezione e quando emergono anomalie come queste il ministero interviene tempestivamente provvedendo a trasmettere i dati alla Guardia di finanza”. A incidere sul prezzo ci sarebbero i maggiori costi applicati a rivenditori e gestori per la quota d’obbligo di miscelazione annuale dei biocarburanti ai quali si aggiungono le recenti speculazioni sul petrolio che alla fine ricadono sulle tasche dei consumatori finali. I rincari potrebbero aggravarsi ulteriormente con il riallineamento delle accise su benzina e diesel.
Sono proprio questi i momenti in cui le famigerate accise tornano a far discutere. I fattori che determinano il costo della benzina (e del gasolio) sono tre e si suddividono in costi dell’industria (produzione, trasporto etc.), IVA e accise. Queste ultime riguardano beni indispensabili, non si possono evadere e garantiscono un guadagno “immediato” per le casse dello Stato. Si tratta di una tassa fissa imposta dal Governo per un obiettivo specifico come coprire i costi di ricostruzione dopo disastri naturali, durante le guerre o per la gestione di altre situazioni umanitarie. Dopo i Paesi Bassi (0,824), siamo secondi in Europa per il valore di accise più cospicuo pari a 0,728 per la benzina e a 0,617 per il diesel. Nel corso degli anni sono state emanate in tutto 19 accise, che nel 1995 sono state fuse e unificate in un’unica imposta che nel concreto finisce per smentire ogni ipotesi di “differenziazione” delle accise da eliminare. Questa super accisa nel 2013 è stata integrata stabilmente nel sistema fiscale con la Legge di Stabilità che l’ha resa strutturale. Di conseguenza eliminarla significherebbe fare a meno degli oltre 30 miliardi incassati ogni anno dallo Stato, il che avrebbe ripercussioni catastrofiche. Questa somma impossibile da evadere, infatti, rappresenta uno dei principali introiti che l’Italia utilizza per provvedere a finanziare le pensioni, gli ospedali, l’istruzione e altri beni indispensabili per la società. Vediamo quali sono:
- 1935-1936, Guerra d’Etiopia: 1,90 Lire (0,000981 €)
- 1956, Crisi di Suez: 14 lire (0,00723 €)
- 1963, ricostruzione post disastro Vajont: 10 lire (0,00516 €)
- 1966, ricostruzione post alluvione Firenze: 10 lire (0,00516 €)
- 1968, ricostruzione dopo terremoto Belice: 10 lire (0,00516 €)
- 1976, ricostruzione post terremoto Friuli: 99 lire (0,0511 €)
- 1980, ricostruzione post terremoto Irpinia: 75 lire (0,0387 €)
- 1982, missione ONU guerra del Libano: 205 lire (0,106 €)
- 1995, missione ONU guerra in Bosnia: 22 lire (0,0114 €)
- 2004, rinnovo contratto autoferrotranvieri: 0,02 €
- 2005, acquisto autobus ecologici: 0,0005 €
- 2009, emergenza terremoto in Abruzzo: 0,0051 €
- 2011, finanziamento Cultura: 0,0071 – 0,0055 €
- 2011: gestione immigrati dopo crisi libica: 0,04 €
- 2011, emergenza alluvione Liguria e Toscana: 0,0089 €
- 2011, decreto Salva Italia: 0,082 € benzina, 0,113 € diesel
- 2012, emergenza terremoti Emilia: 0,024 €
- 2012, finanziamento Bonus Gestori e riduzione tasse terremotati Abruzzo: 0,005 €
- 2014, spese Decreto Fare “Nuova Sabatini”: 0,0024 €
di Angelo Annese
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