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chiesi farmaceutici

Profitto e solidarietà, parla Maria Paola Chiesi

Oggi Chiesi Farmaceutici è un colosso internazionale. Ma la sua storia nasce da lontano con il piccolo laboratorio finito sotto le bombe e le attrezzature portate in salvo da Giacomo Chiesi. Sua nipote Maria Paola, responsabile della sostenibilità, ci racconta i momenti che hanno segnato la svolta dell’azienda
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Profitto e solidarietà, parla Maria Paola Chiesi

Oggi Chiesi Farmaceutici è un colosso internazionale. Ma la sua storia nasce da lontano con il piccolo laboratorio finito sotto le bombe e le attrezzature portate in salvo da Giacomo Chiesi. Sua nipote Maria Paola, responsabile della sostenibilità, ci racconta i momenti che hanno segnato la svolta dell’azienda
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Profitto e solidarietà, parla Maria Paola Chiesi

Oggi Chiesi Farmaceutici è un colosso internazionale. Ma la sua storia nasce da lontano con il piccolo laboratorio finito sotto le bombe e le attrezzature portate in salvo da Giacomo Chiesi. Sua nipote Maria Paola, responsabile della sostenibilità, ci racconta i momenti che hanno segnato la svolta dell’azienda
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Oggi Chiesi Farmaceutici è un colosso internazionale. Ma la sua storia nasce da lontano con il piccolo laboratorio finito sotto le bombe e le attrezzature portate in salvo da Giacomo Chiesi. Sua nipote Maria Paola, responsabile della sostenibilità, ci racconta i momenti che hanno segnato la svolta dell’azienda
Maria Paola Chiesi – terza generazione del colosso Chiesi Farmaceutici, che ha chiuso il 2021 con un fatturato di 2 mld e 420 milioni (+8,6%) – è una donna minuta, dalla voce esile ma decisa. Da quello che ci dice e da come lo dice, s’intuisce che qualche battaglia nella vita l’ha combattuta anche lei: «È capitato – spiega – che il mio cognome mi mettesse nella condizione di dover dimostrare ancora di più il mio valore. Noi donne, in generale, dobbiamo sempre dimostrare di più. Per questo credo che leggi come la Golfo-Mosca (che impone una quota femminile nei Consigli di amministrazione delle società quotate in Borsa, ndr.) non debbano essere toccate. Perché se manca la domanda non c’è nemmeno l’offerta; se non si creano motivazioni, non c’è ambizione». Nell’azienda di famiglia con sede a Parma Maria Paola ricopre il ruolo di responsabile della sostenibilità: «Se oggi siamo un’impresa certificata B Corp dall’organizzazione che si occupa di misurare l’impatto delle società tenendo in considerazione 5 macro-aree (tra cui la decarbonizzazione) lo devo anche alle parole di una mia cara collega. Con lei, anni fa, stavamo lavorando su un farmaco salvavita per la respirazione dei neonati prematuri (l’apparato respiratorio è uno dei core business del gruppo). Ricordo come adesso quando disse: “Quello che facciamo è meraviglioso, pensa però a tutti quei bambini che nascono in luoghi dove non esiste nemmeno la terapia neonatale intensiva”. Si accese come una lampadina e da lì nacque la Fondazione Chiesi, che oggi opera soprattutto in Africa». Quella fu la prima di tante svolte capaci di migliorare l’azienda sul fronte dell’etica e della sostenibilità. Perché è tutto collegato. Anche il fatto di essere diventata madre tre volte avrà inciso in questo suo percorso che l’ha trasformata in un’attivista attenta e sensibile, convinta che le aziende debbano avere anche un valore sociale: «Per troppo tempo si è inseguita la massimizzazione dei profitti a discapito del resto» osserva. «Per il cambiamento climatico non dico che sia troppo tardi ma è tanto tardi!». La certificazione B Corp è un atto volontario, non ci sono obblighi. Un’azienda può essere anche a basso impatto emissivo, ma nessuno ci dice che tutta la filiera lo sia. «Uno scenario che non può accadere nel nostro comparto» puntualizza. «Basti pensare che la normativa europea ci impone controlli anche sui pesci, per verificare l’impatto dei farmaci sull’ambiente». Ovviamente non è sempre stato così. E poi il Covid, l’altro grande evento che ha spinto l’azienda, anche nei profitti: «Ci ha costretto a lavorare su tre turni ma ci ha fatto capire il concetto di interdipendenza». In azienda il management viaggiava già il minimo necessario per ridurre l’impatto delle emissioni di CO2, mentre la produzione di farmaci salvavita aveva imposto di mettere alla prova i sistemi di fornitura e la produzione anche davanti a scenari apocalittici. Una flessibilità che continua ancora oggi: nel quartier generale non esistono cartellini da timbrare e orari fissi ma si lavora a progetto. Il che significa cercare produttività, non controllo. La lungimiranza era un tema già caro a Giacomo Chiesi. Il fondatore e nonno di Maria Paola aprì nel 1935 il suo piccolo laboratorio, dove vendeva acqua distillata e preparazioni a base di fegato di merluzzo. L’azienda finì sotto le bombe, «ma lui si era portato via tutta l’attrezzatura che custodiva in una vasiera dove si conservavano i limoni in inverno». Forse fu quella la prima grande intuizione di questa storia, senza la quale oggi non esisterebbe un gruppo che distribuisce i suoi farmaci in un centinaio di Paesi. Di Ilaria Cuzzolin

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