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Conti correnti sotto la lente dell’Anonimetro. Anonimo ma non troppo

Anche l’Agenzia delle entrate punta sull’AI con l’Anonimetro, l’algoritmo che scandaglia i conti correnti per individuare gli evasori (salvo poi approfondire con nomi e cognomi)
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini è sicuro che l’Anonimetro permetterà di recuperare circa 2,8 miliardi entro il 2025. Giusta naturalmente la lotta all’evasione anche se, stando all’opinione di alcuni addetti ai lavori, non è questa la sola via da seguire per intercettare i furbetti: “Con il documento del 19 maggio 2023 l’agenzia delle entrate ha spiegato i principi con cui verrà utilizzato lo strumento di monitoraggio dei conti correnti dei contribuenti – spiega Christian Dominici, commercialista e consulente di importanti banche italiane – Va detto che il provvedimento di cui sopra è grandemente improntato a logiche di prudenza e tutela nei confronti del contribuente e non consentirebbe alcun accertamento automatico. Alcuni dubbi sono però legittimi. L’esperienza professionale insegna che ogni volta che l’Agenzia delle entrate introduce particolari algoritmi automatici, ne possono risultare compresse le possibilità di difesa tributaria del contribuente. E’ già stato così in passato con il redditometro e con gli studi di settore che hanno prodotto risultati automatici a volte fuorvianti, e dai quali il contribuente medio ha fatto a volte fatica a difendersi avanti le Corti Tributarie”.  I famosi studi di settore, poi mandati in pensione nel 2018, sono stati sostituiti nel tempo dagli Isa (Indicatori sintetici di affidabilità fiscale) più precisi perché legati alle varie tipologie di codici Ateco, e soprattutto meno vincolanti nello svolgimento dell’attività di accertamento dell’Agenzia delle Entrate.   “Come ogni sistema automatico che opera su scala globale ossia sulla totalità dei contribuenti – continua l’esperto – si realizzeranno, come insegna la statistica, tanti risultati falsi positivi e tanti risultati falsi negativi. Tutto si giocherà sulla modalità con cui, a partire dalle segnalazioni che il cosiddetto Anonimetro invierà alle varie direzioni provinciali per l’individuazione dei soggetti da sottoporre ad accertamento, le singole direzioni provinciali arriveranno ad emettere l’avviso di accertamento e soprattutto con quali cautele, motivazioni ed accertamenti ulteriori prima dell’emissione dell’avviso di accertamento”.   “A mio modesto parere – continua Dominici – lo strumento dell’Anonimetro non dovrebbe essere utilizzato per gli accertamenti singoli, ma soltanto come ulteriore strumento”.  Il contribuente italiano è sicuramente un contribuente onesto nella stragrande quantità dei casi, ed è un contribuente già monitorato da Agenzia Entrate, da numerosissime Banche dati dell’Agenzia ed anche ormai particolarmente seguito da tutto il processo di fatturazione elettronica che in questi ultimi anni ha concesso all’agenzia delle entrate e alla Guardia di Finanza di intercettare le frodi tributarie con particolare celerità ed efficienza.  In questa particolare fase economica e di concorrenza globale occorre sicuramente punire i furbi e le frodi, ma occorre anche presidiare e difendere il contesto economico e produttivo del nostro Paese.

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