Cruciani e l’arte degli antichi mestieri
Cruciani e l’arte degli antichi mestieri
Cruciani e l’arte degli antichi mestieri
Ripartire dalla tradizione, dall’impareggiabile esperienza di una vita: è l’obiettivo del brand Cruciani, che certo non ha bisogno di presentazioni ma che è pronto a una nuova sfida nel mercato della moda. Una collezione retro chic vintage che ci proietta in un attimo nelle atmosfere degli anni Settanta, della Costa Azzurra, dei giovani Jean Paul Belmondo e Alain Delon. Così troviamo maglie in cashmere e seta, in lino e nel nuovo cotone Zero creato dall’Unione di cotone egiziano con i filati di nuova generazione. E poi la novità che punta all’estate 2023: il blazer doppiopetto in cotone peso piuma, perfetto per la brezza delle notti estive.
Capi quasi impalpabili al tatto, che raccontano di innovazione ma anche di tanta esperienza: Cruciani ha scelto di far lavorare coloro che hanno reso grande la tradizione umbra. E così c’è una maestra magliaia di 74 anni, che «nello spirito e nell’entusiasmo ne dimostra venti» ci dice il direttore commerciale Riccardo Antonioni. Professionalità, ci spiega ancora, che «sono difficili da trovare oggi sul mercato eppure restano fondamentali, perché seppur le macchine sono sempre più presenti, a fare la differenza in un settore come quello della moda restano comunque le professionalità insostituibili che hanno fatto grande il Made in Italy». E che raccontano di come – mentre si polemizza sul mercato del lavoro che cambia, sui giovani, sugli imprenditori che non trovano persone da assumere – chi ha un amore viscerale per il proprio mestiere continui a essere considerato un tassello fondamentale.
A dare nuovo slancio al brand l’acquisizione da parte di Orlean Invest Holding, che fa capo all’imprenditore Gabriele Volpi. «Una specifica strategia di diversificazione del gruppo – ci dice Stefano Chisoli, ora direttore generale di Cruciani – iniziata nel 2015 su impulso del ceo Gianpiero Fiorani e che ha garantito prima il salvataggio dell’azienda e ora punta al suo riposizionamento nell’alta gamma, salvaguardando i posti di lavoro, creandone di nuovi e riportando il marchio lì dove merita». Il tutto mentre la moda finalmente riparte: a Pitti Uomo a Firenze, giunto alla sua edizione numero 102, si torna a registrare il tutto esaurito e questo non può altro che essere un segnale importantissimo, dopo la pandemia. Il lusso e le eccellenze italiane tornano ad attirare gli addetti ai lavori di tutto il mondo. E nei padiglioni di nuovo finalmente pieni, ci dice ancora il direttore commerciale di Cruciani Antonioni, «si vedono le persone tornare a sorridere e mai come in questo momento questo è importante». Per la moda, per l’Italia, per tutti quelli che hanno stretto i denti per mesi e che oggi tornano a sognare. E a fare il lavoro che amano.
di Annalisa GrandiLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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