Denatalità, perché favorire l’immigrazione salverà l’Italia
I dati emersi dall’evento Demografica promosso da Adnkronos non lasciano dubbi: l’Italia è il paese più vecchio d’Europa e il secondo al mondo. Ma cosa fare?
| Economia
Denatalità, perché favorire l’immigrazione salverà l’Italia
I dati emersi dall’evento Demografica promosso da Adnkronos non lasciano dubbi: l’Italia è il paese più vecchio d’Europa e il secondo al mondo. Ma cosa fare?
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Denatalità, perché favorire l’immigrazione salverà l’Italia
I dati emersi dall’evento Demografica promosso da Adnkronos non lasciano dubbi: l’Italia è il paese più vecchio d’Europa e il secondo al mondo. Ma cosa fare?
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I dati emersi dall’evento Demografica promosso da Adnkronos non lasciano dubbi: l’Italia è il paese più vecchio d’Europa e il secondo al mondo. Ma cosa fare?
L’Italia è il paese più vecchio di Europa e il secondo nel mondo. Nel nostro paese gli under 30 sono il 27%, e anche qui, il dato è il più basso in Europa, come quello relativo ai giovani che non studiano e non lavorano. Non solo, se la tendenza demografica rimarrà costante, in trent’anni, dal 2020 al 2050, la popolazione anziana aumenterà di 12 punti, passando dal 12 al 35 per cento, mentre la popolazione in età lavorativa diminuirà di 10 punti percentuali.
In Italia si fanno sempre meno figli e il gelo demografico riporta a dati di natalità mai così bassi dal 1861, con possibili gravi ripercussioni anche sul tessuto economico del paese nei prossimi decenni. Un numero per rendere chiara la situazione: il Pil del nostro paese potrebbe crollare del 20% nei prossimi 20 anni. Sono alcuni dei dati emersi nel corso dell’evento ‘Demografica. Popolazione, persone, natalità: noi domani’, promosso da Adnkronos, per il lancio del nuovo progetto editoriale ‘Demografica’.
“Nei prossimi 30 anni la popolazione in età lavorativa diminuirà di 9 milioni, mentre in assoluto nel 2050 la popolazione italiana scenderà a 54,2 milioni di persone”, a dirlo è il direttore generale dell’Istat in riposo Linda Laura Sabbadini, che ha aggiunto: “La Francia stava come noi ma si è dotata di diverse politiche. Il risultato è che oggi si trova con 7 milioni di giovani in più. Quindi non era segnato il destino del nostro Paese ma è dipeso da come la politica si è rapportata”.
Secondo Sabbadini i veri problemi dell’attuale trend demografico sono due: “Non ci sono state politiche per lo sviluppo dell’occupazione femminile. Ma se anche noi risolvessimo il problema della fecondità bassa del Paese questo risolverebbe il nodo strutturale della carenza di popolazione in età lavorativa? Assolutamente no. Quindi il secondo problema da affrontare è che serve in parallelo far aumentare da subito la popolazione in età lavorativa”.
L’ingresso di famiglie immigrate in Italia è una delle soluzioni individuate dai relatori del convegno: “Dobbiamo fare una riflessione sulla possibilità di favorire flussi migratori in ingresso nel paese per integrarli. È fondamentale perché la popolazione più giovane se adeguatamente integrata può diventare forza lavoro”, ha detto Eliana Viviano, direttore divisione famiglie e mercato del lavoro servizio struttura economica dipartimento economia e statistica di Banca d’Italia. Per Sabbadini il modello da seguire è quello tedesco: “La decisione di Angela Merkel di fare arrivare un milione di siriani non è stata causale. Lo ha fatto per rafforzare la popolazione in età lavorativa e per tutelare gli anziani in pensione”.
Per il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, intervenuto da remoto, “l’immigrazione può essere una delle soluzioni ma non deve essere l’unica soluzione, dobbiamo cercare di trovare soluzioni all’interno, non aspettare arrivino da altri”. La ministra per le pari opportunità e la Famiglia, Eugenia Roccella, sposta l’attenzione sulla condizione delle donne: “Più siamo ricchi più diminuisce la propensione a fare figli, perché c’è più individualismo, perché c’è una diversa cultura e su questo bisogna agire. Bisogna dare alle donne la liberà di fare i figli che desiderano, possiamo sostenere questo desiderio soprattutto costruendo ambienti di lavoro più amichevoli verso la natalità, la maternità e in generale sulla presenza femminile”.
Sulle soluzioni adottate dal governo per favorire la natalità, ha fatto il punto il viceministro al Mef Maurizio Leo: “Nella delega abbiamo detto che dobbiamo tutelare il nucleo familiare, trovare meccanismi idonei per fare in modo che ci sia una riduzione del carico fiscale in base al numero dei figli. Nel ridisegno della base imponibile Irpef dovremo aver particola cura nella tutela del nucleo familiare’. Ha concluso: “La detassazione di tredicesime, straordinari e premi andrà alle fasce deboli“.
di Giacomo Chiuchiolo
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