Finisce la breve era del canone Rai in bolletta, come effetto degli impegni presi dall’Italia con l’UE. Ma a che prezzo?
Rai, canone inverso. Dopo essere entrato in bolletta – quella della luce – per volere del governo Renzi, allo scopo di combatterne l’evasione e con una riduzione del suo costo per gli utenti, ecco che dal 2023 il canone Rai tornerà solo soletto. Gli oneri impropri non correlati alla bolletta della luce dovranno infatti essere rimossi perché questo è l’impegno preso dall’Italia con la Commissione europea (che lo ha richiesto esplicitamente). Un impegno vincolante anche per ricevere i fondi del Recovery.
La prossima uscita del canone Rai dalla bolletta pone tre questioni importanti e che meritano di essere affrontate. La prima: evitare che, una volta fuori dal conto della luce, ricominci l’evasione del canone. La seconda, che comincia da una domanda: non è che adesso che il canone tornerà da solo a qualcuno verrà in mente di aumentarne l’importo per gli utenti? Si tratterebbe di una ipotesi sciagurata, assolutamente da evitare. Terza questione: la Rai e il suo futuro. La più grande industria culturale italiana da alcuni anni ha un compito necessario e non più rinviabile davanti a sé: affrontare con rigore il proprio bilancio di sostenibilità.
Un obbiettivo che certo non può essere raggiunto facendo salire il costo del canone bensì tagliando i costi improduttivi. Si tratta di una scelta non facile ma necessaria. Che andrebbe accompagnata anche da una chiara scelta della televisione da produrre e da proporre. Un vasto programma, probabilmente, ma qualcuno dovrà pur farlo. Più prima che poi.
di Aldo Smilzo
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