Il colossale “Libro bianco” per la difesa europea – IL VIDEO
Il “Libro bianco per la Difesa europea” presentato dalla Commissione è un piano d’azione dettagliato, preciso, già strutturato su oltre una ventina di programmi e strumenti di prossima creazione

Il colossale “Libro bianco” per la difesa europea – IL VIDEO
Il “Libro bianco per la Difesa europea” presentato dalla Commissione è un piano d’azione dettagliato, preciso, già strutturato su oltre una ventina di programmi e strumenti di prossima creazione
Il colossale “Libro bianco” per la difesa europea – IL VIDEO
Il “Libro bianco per la Difesa europea” presentato dalla Commissione è un piano d’azione dettagliato, preciso, già strutturato su oltre una ventina di programmi e strumenti di prossima creazione
Più che un vago documento programmatico da cui ricavare future linee guida, il “Libro bianco per la Difesa europea” presentato il 19 marzo dalla Commissione è un piano d’azione. Di proporzioni realmente colossali. Dettagliato, preciso, già strutturato su oltre una ventina di programmi e strumenti di prossima creazione. Non un pamphlet che dia il La alla rivoluzione, quanto piuttosto un completo e serratissimo rullo di tamburi che scandisce una marcia ormai iniziata. Trattarlo in poche righe è impossibile. Tocca tutto: dalla finanza alle strategie industriali, dai rapporti esterni alle competenze specifiche da sviluppare.
Com’è naturale, è sui ‘pìccioli’ che cade subito l’occhio. “Readiness 2023”, questo lo slogan scelto per la costruzione di una vera Difesa europea, fa chiarezza sugli 800 miliardi di euro previsti dal ReArm Eu. I primi 150 verranno dal nuovo strumento Safe (Security and Action for Europe). Prestiti che verranno erogati su richiesta degli Stati per programmi di acquisto congiunto che coinvolgano almeno due Paesi (uno dei quali può anche essere un non membro) e avvengano all’interno dell’Unione.
Gli altri 650 miliardi arriveranno dalle deroghe al Patto di stabilità. Le capitali potranno chiedere che le sole spese per la Difesa (seguendo la classificazione già in uso) siano escluse dalle regole sul debito. Per quattro anni. Fino a un massimo dell’1,5% del Pil. Altri strumenti di finanziamento potranno arrivare dai fondi di coesione o dalla Bei. In ogni caso, queste due opzioni non rientrano nel computo degli 800 miliardi e non sono al momento quantificabili. L’Alta rappresentante per la politica estera, Kaja Kallas, non ha poi chiuso la porta all’idea di un debito comune in stile Pnrr.
Superata la fase ‘finanziante’, i singoli Stati decideranno come, dove e cosa acquistare. La Commissione spinge però per l’industria comune e lo fa proponendosi come hub di raccolta degli ordini europei. In sostanza – una volta uniformati i requisiti tattici, tecnologici e logistici (nel “Libro bianco” si parla di una fitta interlocuzione già in corso con i governi) – i Paesi potranno effettuare gli ordini passando da Bruxelles, che li aggregherà rendendo più semplice sia la produzione sia la consegna dei prodotti in maniera uniforme e rapida.
Per sviluppare tale capacità servono due elementi: un’industria strutturata e competitiva e una logistica efficiente. Per questo il “Libro bianco” segnala come sia già in corso una complessiva revisione dei permessi di costruzione necessari per realizzare o espandere siti produttivi, identificare fornitori di materie prime strategiche e dare risalto a piccole e medie imprese all’avanguardia. Tenendo dentro anche l’Ucraina, la cui integrazione nelle catene di procurement e produzione viene indicata come ‘cosa fatta’.
Riguardo la logistica, il “Libro bianco” recepisce i rapporti Niinistö, Draghi e Letta: meno sistemi d’arma ma più condivisi. Per questo a giugno saranno uniformate le certificazioni delle attrezzature e della condivisione di informazioni sensibili. Non solo. Per consentire un rapido trasferimento di prodotti industriali e (in caso di emergenza) di truppe, inizierà presto un colossale piano infrastrutturale che coinvolgerà i corridoi strategici. Si parla della creazione di reti di trasporto ottimizzate per le truppe (gallerie più larghe, ponti e cavalcavia con capacità di carico maggiorate, terminal navali e aerei più grandi) e di almeno 500 hub logistici, la cui collocazione e funzione è già stata designata.
Ci sarebbero ancora una quantità infinita di temi (dalla fortificazione della frontiera orientale al nulla osta per spostamenti di personale e materiali attraverso i confini nazionali), ma lo spazio è tiranno e non è davvero possibile scrivere tutto. Il “Libro bianco” è pubblicato e accessibile. Il piano è ben delineato e non lascia spazio a dubbi. Ora non resta che applicarlo, e in fretta: l’Europa è in ritardo e il mondo, attorno a noi, è già in fiamme.
Di Umberto Cascone
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