Il futuro del lavoro tra intelligenza artificiale e formazione
Come immaginare il lavoro del futuro mentre il mondo cambia, con l’intelligenza artificiale che stravolgerà tutto la questione diventa cruciale
Il futuro del lavoro tra intelligenza artificiale e formazione
Come immaginare il lavoro del futuro mentre il mondo cambia, con l’intelligenza artificiale che stravolgerà tutto la questione diventa cruciale
Il futuro del lavoro tra intelligenza artificiale e formazione
Come immaginare il lavoro del futuro mentre il mondo cambia, con l’intelligenza artificiale che stravolgerà tutto la questione diventa cruciale
Come immaginare il lavoro del futuro mentre il mondo cambia, con l’intelligenza artificiale che stravolgerà tutto la questione diventa cruciale
Come immaginare il lavoro del futuro mentre il mondo cambia, con l’intelligenza artificiale che stravolgerà tutto la questione diventa cruciale. E se l’IA è destinata ad affiancare i lavoratori con la velocità con cui riesce a generare dati e contenuti, il mondo del lavoro deve correrle dietro, provare a raggiungerla “per intercettare il cambiamento in tempo utile per poter allineare i percorsi formativi e le nostre modalità di formare e riqualificare le persone”. A dirlo è Marina Calderone, ministra del lavoro e delle Politiche Sociali, intervenuta nel corso dell’Adnkronos Q&A, dal titolo “Le competenze, un punto fermo”.
A questo scopo il governo ha previsto un osservatorio sull’impatto dell’IA sul mondo del lavoro per i prossimi anni. Per la ministra Calderone, che rassicura sulla volontà di portare a compimento tutte le azioni annunciate dal governo in materia di lavoro – su cui sono stati messi in campo quasi 3 miliardi di interventi – il tema dell’intelligenza artificiale è primario: “L’obiettivo del piano di azione sull’IA è quello di dare una visione umano-centrica dello strumento, deve essere preservato il diritto costituzionale delle persone a lavorare. L’IA deve servire a lavorare meglio e in modo più sicuro, si pensi alle applicazioni su sicurezza e salute nei luoghi del lavoro o alle attività di supporto alla popolazione anziana”.
Le persone rimangono al centro, ma dovranno essere in grado di gestire le novità introdotte dall’AI. Dovranno quindi riqualificarsi e acquisire nuove competenze, sempre più digitali. Il problema è che a oggi la formazione in Italia non viene ancora considerato un tema centrale per lo sviluppo del sistema lavorativo, come sostiene Rossella Cappetta, Sda Bocconi Business, in occasione dell’appuntamento con Adnkronos Q&A: “La formazione è saltuaria, breve e quella che si svolge al di fuori dei luoghi lavorativi non è integrata ad altri progetti di lavoro. L’apprendimento fuori dal sistema scolastico è tutto ‘non formale’ o ‘informale’. Questo accade – aggiunge – perché la formazione al lavoro in Italia non è mai stata oggetto di azione politica sistemica. Alla formazione manca una prospettiva organizzativa”.
Che gli investimenti sulle persone per affrontare la trasformazione digitale siano fondamentali, ne è consapevole il 60% di quelli che hanno risposto alle domande della rilevazione dell’Adnkronos ‘Lavoro, competenze e formazione: quali sono le nuove priorità?’. Per il 43%, invece, i fattori che influiscono di più per trovare lavoro sono relazioni e segnalazioni. Mentre per il 33%, secondo la rilevazione, le competenze digitali sono le più utili per trovare un’occupazione.
Di Giacomo Chiuchiolo
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