Il futuro d’Italia al gelo
Alla 14ª edizione del Salone del Risparmio di Milano si è parlato di cambiamenti e gelo demografico ma anche di enormi opportunità da cogliere prima che sia tardi
Il futuro d’Italia al gelo
Alla 14ª edizione del Salone del Risparmio di Milano si è parlato di cambiamenti e gelo demografico ma anche di enormi opportunità da cogliere prima che sia tardi
Il futuro d’Italia al gelo
Alla 14ª edizione del Salone del Risparmio di Milano si è parlato di cambiamenti e gelo demografico ma anche di enormi opportunità da cogliere prima che sia tardi
Alla 14ª edizione del Salone del Risparmio di Milano si è parlato di cambiamenti e gelo demografico ma anche di enormi opportunità da cogliere prima che sia tardi
La 14ª edizione de Il Salone del Risparmio ci ha fornito l’occasione per tornare a riflettere sulle conseguenze immediate e irresponsabilmente taciute dell’andamento sociale e demografico del nostro Paese. Per chi segue questi spazi e La Ragione, un vero e proprio cavallo di battaglia.
Abbiamo partecipato a una serie di incontri organizzati da Banca Mediolanum sul futuro dell’Italia, quell’Italia che non sembra trovare il tempo di affrontare con continuità e impegno il tema dei temi: ci stiamo rinsecchendo.
Nei numeri di un gelo demografico mai visto a memoria d’uomo in queste terre e di un’idea di futuro che stiamo accantonando. Viviamo il tutto con un senso di ineluttabilità: il nostro progressivo invecchiamento e il trasformarci in un pasciuto Paese di ex lavoratori.
Solo che quel benessere dato per scontato è minato alla radice proprio dai fenomeni che ci rifiutiamo ostinatamente di considerare nelle loro devastanti conseguenze.
Non si tratta solo della contrazione della popolazione, fenomeno comunque preoccupante, ma in teoria controllabile attraverso un’intelligente e matura gestione dei fenomeni migratori (argomento che invece viene sfruttato per puri interessi tattici dalla politica, ma questo è un altro discorso). Viaggiamo spediti verso la cancellazione di alcuni capisaldi della nostra società, così come l’abbiamo costruita dal dopoguerra a oggi.
Crollando la popolazione lavorativa renderemo di fatto insostenibili il sistema pensionistico e quello sanitario e in tempi incommensurabilmente più rapidi delle apocalittiche previsioni sulla “fine degli italiani“ fissata ben oltre il 2200. Questo è un dramma potenziale di oggi, riguarda noi, i nostri figli, l’Italia in cui viviamo e in cui crediamo di poter fare spallucce.
I dati presentati al Salone del Risparmio nell’incontro con il direttore commerciale di Banca Mediolanum Stefano Volpato e lo psicologo Paolo Crepet non sono “nuovi” o tantomeno sconosciuti, riflettono questa realtà e soprattutto l’apatia con la quale la stiamo affrontando.
Il mondo di oggi può piacere o meno, intanto, ma presenta oggettivamente una gamma di opportunità sino a delle età che un tempo erano considerate troppo avanzate per qualsiasi novità nel proprio percorso professionale o di vita. Lo abbiamo sottolineato parlando con l’amministratore delegato di Banca Mediolanum Massimo Doris, con la vicepresidente Sara Doris e con Paolo Maldini: le opportunità ci sono e non poche, pur in un quadro che viene ossessivamente presentato ricco solo di difficoltà e ostacoli. Per coglierle, però, ci vuole coraggio.
Il talento è fondamentale nelle scelte che siamo chiamati a fare, ma mai sufficiente. Coltivarlo significa rispettarlo e per rispettare i propri talenti dobbiamo innanzitutto far pace con la realtà che ci circonda e smetterla di girarci dall’altra parte. Perché non è vero “che non possiamo farci niente”.
di Fulvio Giuliani
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