Intervista all’AD di Microsoft Italia, Silvia Candiani
Ogni anno in Italia 150 mila posti di lavoro restano scoperti per mancanza di competenze Stem. Un problema da affrontare subito e con serietà: anche di questo abbiamo parlato con l’amministratore delegato di Microsoft Italia Silvia Candiani
Intervista all’AD di Microsoft Italia, Silvia Candiani
Ogni anno in Italia 150 mila posti di lavoro restano scoperti per mancanza di competenze Stem. Un problema da affrontare subito e con serietà: anche di questo abbiamo parlato con l’amministratore delegato di Microsoft Italia Silvia Candiani
Intervista all’AD di Microsoft Italia, Silvia Candiani
Ogni anno in Italia 150 mila posti di lavoro restano scoperti per mancanza di competenze Stem. Un problema da affrontare subito e con serietà: anche di questo abbiamo parlato con l’amministratore delegato di Microsoft Italia Silvia Candiani
Ogni anno in Italia 150 mila posti di lavoro restano scoperti per mancanza di competenze Stem. Un problema da affrontare subito e con serietà: anche di questo abbiamo parlato con l’amministratore delegato di Microsoft Italia Silvia Candiani
A differenza di molte big tech che in Italia hanno presenze puramente commerciali o comunque ridotte all’osso, Microsoft ha sempre scelto di ‘esserci’ e contare: «Credo che far leva su quello che Microsoft ha come capacità di innovazione, invenzione e trasformazione e applicarlo in Italia per portarlo ad avere un impatto sulla crescita del nostro Paese sia ciò che mi motiva ogni giorno e mi entusiasma. Il fatto di essere radicati in Italia e avere a cuore il successo del nostro Paese ci fa sentire parte di un ecosistema. L’innovazione – continua Candiani – non la si fa mai da soli ma mettendo in rete imprese (dalle più grandi alle più piccole) e università. Fare sistema è un fattore di successo importante e per noi distintivo. Rispetto ad altri player, abbiamo una sede e tanti dipendenti. La tecnologia è digitale ma poi lavoriamo concretamente sul territorio. Negli anni sono state tante le iniziative con le quali si è cercato di sensibilizzare famiglie e ragazzi alle straordinarie opportunità offerte dall’era digitale: dalla Nuvola Rosa all’Edu Day dello scorso 29 aprile».
Esiste proprio un mismatch nel mondo del lavoro fra richiesta e competenze. «Fondamentale in questo senso il ruolo del mondo della scuola, che dovrebbe accompagnare le discipline più classiche e umanistiche a quelle più digitali. È soprattutto un tema di orientamento, di aiutare i giovani a capire che la tecnologia apre possibilità importanti, basti pensare al mondo della sostenibilità». Formazione significa anche affascinare e «la chiave per attrarre persone e giovani è vedere il digitale come strumento per un impatto positivo sul sistema e la società».
Siamo soliti ricordare come l’Italia non sia un Paese per giovani, ma neppure troppo per ‘vecchi’ e infatti Candiani ricorda un altro dovere fondamentale: l’upskilling, ovvero l’aumento delle competenze di chi è già da anni nel mondo del lavoro. Confrontarsi con manager come lei e un’azienda che risponde al nome di Microsoft sono un’occasione per parlare, senza rischiare l’ipocrisia, di temi come diversity and inclusion, lavoro giovanile e femminile. Per il colosso fondato da Bill Gates rivedere costantemente metodi e pratiche di lavoro è parte stessa della filosofia aziendale. Un’eredità del leggendario fondatore. In Microsoft i responsabili dei vari settori sanno di dover far crescere i giovani talenti. Perché così un’azienda funziona meglio, produce di più, ottiene più risultati.
Nessun moralismo, tanto pragmatismo: il meglio per il lavoratore è il meglio anche per l’azienda. Ed ecco che il tono dell’ad di Microsoft vira quasi all’incredulità davanti alle polemiche scoppiate in Italia nelle ultime settimane su lavoro femminile e maternità: «Sono stati fatti tanti studi sull’importanza di garantire una diversità e una complementarità dei punti di vista per le performance delle aziende. Più in generale, credo sia un tema di equità. Per attrarre i migliori talenti bisogna offrire pari possibilità di emergere con gli stessi meriti.
In un momento di guerra per il talento, di ricambio generazionale, di nuove competenze dobbiamo assicurarci di garantire il massimo accesso a questi talenti, senza perdere metà del mondo perché è donna. Questo è il mese dell’inclusione e della diversità – ricorda – e dare a ciascuno la possibilità di esprimere il proprio potenziale è un fattore decisivo per il successo delle aziende». Silvia Candiani ci tiene a essere ancora più chiara: «Non è buonismo ma it’s good for business. Non si può essere innovativi per le aziende senza che i dipendenti siano contenti e ingaggiati». La maternità stessa, del resto, deve essere vissuta come una grande opportunità anche in azienda. «Sicuramente aiuta avere un governo che dia delle direttrici e faciliti alcuni momenti come il ritorno dalla maternità» ragiona la prima presidente donna dell’Associazione degli alunni dell’Università Bocconi. «Nel momento in cui c’è competizione sul talento, però, è fondamentale per le aziende essere più moderne nel gestire i passaggi della vita delle persone, altrimenti semplicemente non riescono ad assumerle o a trattenerle».Microsoft è una delle realtà che ha letteralmente plasmato il mondo così come lo conosciamo oggi. La mattina ci svegliamo e cominciamo a compiere le nostre azioni quotidiane usando device, tool, assistenti digitali al lavoro e nei momenti liberi. Se l’informatica potenzia ormai qualsiasi attività professionale o ludica lo dobbiamo anche alla visione di Bill Gates prima e di Satya Nadella (il ceo global) dopo di lui. L’uomo che scommettendo sulle potenzialità infinite del cloud ha proiettato Microsoft nel Terzo millennio e a dimensioni sconosciute. «Un computer su ogni scrivania», il mantra di Gates che segnò l’informatizzazione della nostra società, è storia. Ciò che oggi interessa è l’impatto delle scelte e delle visioni di imprenditori che non si sono ‘accontentati’ di fondare imperi economici ma hanno voluto ispirare e indicare una strada. «Ricordo una frase di Satya Nadella» sottolinea la Candiani dopo una pausa per citare correttamente: «Microsoft deve essere una piattaforma per creare il cambiamento di cui siamo appassionati. Credo sia importante nel lavoro e in quello che si fa trovare il modo di esprimere le proprie passioni».
Ecco, conclude Silvia Candiani, «quello che cerco in chi viene a lavorare con noi è la curiosità, la voglia di imparare e mettersi in gioco e una mentalità imprenditoriale. Non spaventarsi e rimboccarsi le maniche, senza darsi mai per vinti. Resilienza e passione. Non bisogna partire imparati, ma avere voglia di capire e mettersi in gioco. Vorrei qualcuno che venisse al lavoro con il desiderio di cambiare il mondo».
Di Fulvio GiulianiLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche