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Investire i soldi

Come mille dollari investiti nel 2004 sono arrivati a valere una fortuna – IL VIDEO

Quello che si può osservare in questo grafico a barre realizzato da EEAGLI è come sono cresciuti in vent’anni i valori azionari delle rispettive aziende indicate

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Come mille dollari investiti nel 2004 sono arrivati a valere una fortuna – IL VIDEO

Quello che si può osservare in questo grafico a barre realizzato da EEAGLI è come sono cresciuti in vent’anni i valori azionari delle rispettive aziende indicate

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Come mille dollari investiti nel 2004 sono arrivati a valere una fortuna – IL VIDEO

Quello che si può osservare in questo grafico a barre realizzato da EEAGLI è come sono cresciuti in vent’anni i valori azionari delle rispettive aziende indicate

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Quello che si può osservare in questo grafico a barre realizzato da EEAGLI è come sono cresciuti in vent’anni i valori azionari delle rispettive aziende indicate

Quello che si può osservare in questo grafico a barre realizzato da EEAGLI è come sono cresciuti in vent’anni i valori azionari delle rispettive aziende indicate. Ecco, quindi, cosa sarebbe accaduto se nel 2004 avessimo deciso di acquistare mille dollari di stock. In generale, con la galoppante evoluzione tecnologica degli ultimi decenni non stupisce osservare la crescita esponenziale delle aziende tech. Apple è da brividi con un incremento fino a 500 volte il valore iniziale, segue NVIDIA che deve la sua rapidissima ascesa allo sviluppo dell’AI con la quale ha dato l’avvio a una vera e propria rivoluzione. Tra le due si frappone una voce che può sorprendere ed è Monster Beverage Corp, colosso del settore alimentare che ha fatto la sua fortuna vendendo l’omonima bevanda energetica. Nella classifica finale oltre a Netflix, Amazon, Booking Holdings – proprietaria di siti di prenotazione – e Old Dominion, che si occupa di logistica e trasporti; si posizionano il fondo di investimento immobiliare SBA e i gruppi sanitari West e Intuitive Surgical.

Com’è possibile che nel giro di appena vent’anni mille dollari arrivino a valere cifre così esorbitanti? La risposta si cela dietro al funzionamento del mercato azionario. Per investire nel mercato azionario è necessario per prima cosa acquistare degli stock, che sono in altre parole delle porzioni di proprietà di un’azienda che ci rendono comproprietari a tutti gli effetti. Ogni azione ha un valore che fluttua in continuazione in base all’andamento del mercato e dei titoli, basti pensare che un azione di Apple nel 2004 costava circa 1 dollaro, NVIDIA appena 0,19 centesimi, mentre oggi valgono rispettivamente 246 e 140 dollari l’una. Facendo un calcolo semplicistico, mille dollari di azioni Apple nel 2004 oggi ne varrebbero 246mila, ma questa approssimazione non tiene conto di fattori più specifici e determinanti come i dividendi reinvestiti o i frazionamenti azionari. Dal 2000 in avanti, infatti, Apple ha aumentato costantemente i suoi dividendi dimostrando un impegno importante nei confronti dei suoi investitori. I dividendi non sono nient’altro che una parte degli utili di un’azienda ridistribuita agli azionisti anche a dimostrazione della propria salute finanziaria. Di solito questi vengono pagati in denaro in base al numero di azioni possedute, dopodiché è pratica comune degli azionisti utilizzare questo reddito passivo per acquistare altri stock. Per esempio, se un investitore possiede 1000 azioni e la compagnia decide di pagare un dividendo di 1 dollaro per ogni azione posseduta, lo stesso incasserà 1000 dollari da reinvestire per comprare nuove azioni e aumentare così la propria quota. I frazionamenti azionari giocano un altro ruolo determinante e avvengono quando un’azienda, arrivando ad avere degli stock troppo salati, decide di raddoppiarne il numero così da dimezzarne il prezzo. Se un’azione di Apple oggi vale 246 dollari, un frazionamento la scinderebbe in due e l’investitore si ritroverebbe con 2 azioni da 123 dollari vedendosi raddoppiato il numero di azioni possedute. Nello specifico Apple ha utilizzato lo “stock split” per abbassare il prezzo delle sue azioni per ben cinque volte: 1987 (2 per 1); 2000 (2 per 1); 2005 (2 per 1); 2014 (7 per 1) e 2020 (4 per 1). Fermo restando che ci sono molti altri fattori da considerare come l’inflazione, le tasse, i costi di transazione e i rischi specifici legati a ciascun investimento, si può già intuire come sia tecnicamente possibile una crescita così sorprendente. 

Ad ogni modo, il prezzo di un’azione è determinato giornalmente da un complesso intreccio di dinamiche e le borse azionarie come il NASDAQ o la Borsa italiana si occupano della loro compravendita. Ne consegue che se molti investitori vogliono acquistare un’azione, il prezzo tenderà ad aumentare viceversa se molti investitori vogliono venderla, il prezzo tenderà a diminuire. Gli investitori comprano o vendono sulla base dei successi o dei fallimenti dell’azienda in questione. Tutto il meccanismo si basa dunque sulla fiducia degli investitori a sua volta influenzata da news, acquisizioni, interventi statali, crisi geopolitiche, fusioni, scandali societari o cambiamenti nella gestione che possono causare forti oscillazioni del prezzo delle azioni.

di Angelo Annese

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