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È il momento di abolire l’Irap

Oggi l’Irap sembra aver perso la sua funzione, sarebbe il caso di eliminarla per semplificare il sistema fiscale.
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Il governo ha destinato uno degli otto miliardi di euro della riforma fiscale alla riduzione dell’Irap, escludendo le persone fisiche dal prelievo.

Nata nel 1997, questa imposta si proponeva di semplificare il sistema fiscale sostituendo otto imposte preesistenti: l’imposta locale sui redditi, quella comunale per l’esercizio di imprese e di arti e professioni, quella sul patrimonio netto delle imprese, la tassa di concessione governativa per l’attribuzione del numero della partita Iva, il contributo per il servizio sanitario nazionale, il contributo per l’assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi.

Doveva, inoltre, essere uno strumento per l’autonomia impositiva delle Regioni, che in questo modo avrebbero avuto un’imposta propria.

L’Irap si propone di tassare il valore della produzione netta delle imprese, cioè il reddito prodotto comprensivo dei costi per il personale e degli oneri e dei proventi di natura finanziaria. Si configura come un’imposta sul fatturato e non sul risultato di esercizio, diversamente dall’Ires.

Allo stesso tempo fu istituita la dual income tax, un’imposta che riduceva l’imposizione fiscale sull’incremento del capitale dell’azienda, con l’obiettivo di spingere gli imprenditori ad aumentare la patrimonializzazione delle imprese e ridurne la dipendenza dalle banche.

Nel tempo diversi aspetti dell’Irap sono stati modificati.

Dapprima è stata abolita la dual income tax, poi l’imposta è diventata nazionale e devoluta alle Regioni che però non hanno più la possibilità di scegliere l’aliquota. L’inclusione del costo del lavoro nella base imponibile è stato un aspetto molto criticato e vi sono stati interventi per ridurre questa parte. In sostanza oggi l’Irap sembra aver perso la sua funzione all’interno del sistema fiscale.

Tuttavia, genera un gettito importante (prima del Covid circa 25 miliardi di euro) e finanzia circa il 30% della spesa sanitaria nazionale. Una scelta ragionevole sarebbe quella di eliminarla e accorparla all’Ires stessa, aumentandone l’aliquota, in modo da semplificare il sistema fiscale.

di Roberto Ricciuti

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