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Italia-Cina, un buon risultato non per i sovranisti

La collaborazione tra Italia e Cina continuerà dunque in tanti settori, ivi compresi quelli dello sviluppo del trasporto elettrico e dell’agricoltura

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Italia-Cina, un buon risultato non per i sovranisti

La collaborazione tra Italia e Cina continuerà dunque in tanti settori, ivi compresi quelli dello sviluppo del trasporto elettrico e dell’agricoltura

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Italia-Cina, un buon risultato non per i sovranisti

La collaborazione tra Italia e Cina continuerà dunque in tanti settori, ivi compresi quelli dello sviluppo del trasporto elettrico e dell’agricoltura

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La collaborazione tra Italia e Cina continuerà dunque in tanti settori, ivi compresi quelli dello sviluppo del trasporto elettrico e dell’agricoltura

La missione cinese della presidente del Consiglio è andata bene, il che ci offre la possibilità di qualche considerazione nel merito e sulle modalità del fare politica dalle nostre parti.

Gli incontri si sono svolti e gli accordi quadro si sono siglati nel segno di una consolidata continuità, con una significativa discontinuità. Il quadro era quello dei venti anni dalla firma, avvenuta nel 2004, del «Partenariato strategico globale» fra Cina e Italia. Ovviamente i nostri rapporti commerciali e diplomatici risalgono indietro nel tempo e, per star solo alle vicende della così detta Seconda Repubblica, è nota l’attenzione di Romano Prodi alla Cina e il Partenariato era stato firmato da Silvio Berlusconi. Partenariato che, per giunta, inquadra le relazioni bilaterali nell’ambito di quelle fra la Cina e l’Unione europea e con riferimento alle istituzioni multilaterali. Anche nel comunicato di queste ore, difatti, si fa riferimento all’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) quale bussola dei rapporti commerciali e regola per evitare ostacoli doganali e pratiche protezioniste. Molto bene, ma è più o meno l’opposto di quel che le forze sovraniste reclamavano.

La collaborazione continuerà dunque in tanti settori, ivi compresi quelli dello sviluppo del trasporto elettrico e dell’agricoltura. Bene, ma è pur sempre l’opposto di quel che i sovranisti pretendevano. Delle macchine elettriche tutti credono di sapere, ma sarà il caso di ricordare che nel campo agricolo la Cina è non solo produttrice ma anche investitrice nelle nuove tecnologie, coltivazione degli Ogm e della carne compresi. Quel che il sovranismo descrive come demoniaco, facendo finta di non sapere che quasi nulla di quello che mangiamo è ‘naturale’. Infatti ne abbiamo in abbondanza.

Si può pure sostenere che d’ora in poi la musica cambia. Ma è sempre la stessa, posto che può essere eseguita bene o male. Fu eseguita malissimo firmando “La via della seta” ed è questo l’elemento di positiva discontinuità. Come è un bene, in perfetto coordinamento con Ue e Nato, che Meloni abbia sottolineato il dissenso circa il sostegno alla Russia di Putin. Ma anche su quello sostenevano il contrario, detestando le sanzioni all’epoca della Crimea.

Si può volere che i rapporti commerciali siano riequilibrati, ma le esportazioni italiane in Cina superano di poco i 19 miliardi di euro (e la Cina è il nostro secondo mercato extra Ue, dopo gli Usa), mentre le esportazioni cinesi in Italia sfiorano i 48 miliardi. Le prime sono in crescita e le seconde in calo, ma la distanza è incolmabile. E ci conviene, perché compriamo molte cose che ci costerebbe di più produrre. Va valutata la sicurezza strategica ed evitata la concentrazione dei fornitori, ma un pareggio commerciale è fuori dalle cose reali. Quello su cui ci si deve concentrare è la ricerca e l’innovazione (dove siamo stati vincenti), il che comporta la protezione di idee e brevetti (anche questa è faccenda già negoziata e qui mi fermo, avendo avuto personalmente un ruolo nella protezione delle nostre piccole e medie aziende). Ma comporta anche che non si lasci ai cinesi il vantaggio di proibire da noi la coltivazione degli Ogm, proibire l’accesso al mercato delle innovazioni e far credere che le autovetture con motore endotermico abbiano un futuro millenario. In quel modo gli interessi italiani li massacriamo facendo finta di difenderli. Ed è quello che i sovranisti hanno fatto.

Siccome la stessa cosa avviene nella sinistra ideologica, la domanda è: perché si diffondono idee e umori che poi si devono ri-cambiare se si va al governo? Perché il solo registro comunicativo della politica è il vittimismo, l’autocommiserazione, lo scagliarsi contro oscuri orditi e il rivendicare come futuro un pezzo di passato. Poi, fortunatamente, subentrano realismo e trasformismo. Ma il nostro male profondo – non solo italiano – è non avere l’orgoglio delle conquiste e dei progressi. Si lucrano consensi lamentando sconfitte e regressi. I ricchi con la retorica della miseria.

di Davide Giacalone

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