La crisi di Vtb
La crisi di Vtb
La crisi di Vtb
La Vtb, la seconda più grande banca russa, nel corso del 2022 ha perso 7,7 miliardi di dollari per via delle sanzioni imposte al Paese dopo l’attacco di Putin all’Ucraina. Lo ha ammesso il direttore finanziario nel riferire sul bilancio annuale, spiegando che l’entità è diventata «il primo obiettivo delle massime sanzioni possibili». Anche e soprattutto perché è lo Stato russo l’azionista di maggioranza.
«Nel 2022, il gruppo Vtb ha dovuto affrontare difficoltà e sfide senza precedenti», ha riferito il chief financial officer di Vtb, Dmitri Pianov, citato in una dichiarazione. «Siamo diventati il primo obiettivo delle massime sanzioni possibili, che hanno causato perdite considerevoli». La banca ha annunciato di aver subito perdite per 612,6 miliardi di rubli, l’equivalente di 7,7 miliardi di dollari al cambio attuale, dopo aver realizzato un utile netto di 327,4 miliardi di rubli nel 2021. E ha dettagliato l’impatto del «deflusso senza precedenti di liquidità in valuta estera», delle perdite dovute alle cessioni di filiali e dell’aumento dei tassi di interesse dalla banca centrale russa.
Già nel marzo 2022, pochi giorni dopo l’inizio dell’intervento militare russo in Ucraina, l’Unione Europea ha escluso Vtb dal sistema di pagamento internazionale Swift. Anche il suo presidente, Andrej Kostin, in carica dal 2002, è stato colpito da sanzioni ad personam, sia da parte degli Stati Uniti che del Regno Unito. Anzi Kostin è sotto sanzioni Usa dall’aprile del 2018.
Nel 2020 Vtb in Russia aveva 15 milioni di clienti e impiegava quasi 80mila dipendenti. D’altra parte, i problemi del settore creditizio e finanziario russo vanno ben oltre la sola Vtb. In uno degli ormai famosi briefing mattutini che il Ministero della Difesa di Londra rilancia via Twitter, l’Intelligence britannica ha indicato che la Russia potrebbe cercare di emettere debito estero per «tappare buchi» nelle finanze del Paese di fronte a «una lunga guerra in Ucraina», dopo che il primo ministro russo Mikhail Mishustin ha svelato un piano al riguardo. «Le autorità russe probabilmente vedono l’emissione di debito estero come un modo per tappare i buchi nelle finanze della Russia mentre pianificano una lunga guerra in Ucraina», hanno affermato. «Tuttavia, non è chiaro se la Russia riuscirà ad applicare queste misure».
Come è stato ricordato, Mishustin ha confermato il 28 marzo che Mosca stava «sviluppando» un piano per «emettere parte del debito sovrano della Russia in valute estere»: «quasi certamente un’indicazione che la Russia anticipa il sostegno finanziario esterno da Paesi che considera amichevoli». «Una volta completato, gli investitori di altri Paesi potranno acquistare il debito sovrano russo e finanziare parte dei futuri deficit di bilancio della Russia. Questi investitori finanzierebbero indirettamente l’invasione russa dell’Ucraina».
Come l’Intelligence britannica pure spiega, «negli ultimi mesi le banche russe sono state le principali entità che hanno acquistato il debito dello Stato». È però improbabile che abbiano la capacità di finanziare integralmente i disavanzi previsti dei futuri bilanci».
di Maurizio StefaniniLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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