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nipote amadori licenziata

Quando le regole valgono per tutti

Francesca Amadori non ci sta: licenziata dopo 18 anni dall’impresa di famiglia, leader nel settore agroalimentare, valuta un’iniziativa legale. Nel frattempo l’azienda fa sapere: “Le regole valgono per tutti”.
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Quando le regole valgono per tutti

Francesca Amadori non ci sta: licenziata dopo 18 anni dall’impresa di famiglia, leader nel settore agroalimentare, valuta un’iniziativa legale. Nel frattempo l’azienda fa sapere: “Le regole valgono per tutti”.
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Quando le regole valgono per tutti

Francesca Amadori non ci sta: licenziata dopo 18 anni dall’impresa di famiglia, leader nel settore agroalimentare, valuta un’iniziativa legale. Nel frattempo l’azienda fa sapere: “Le regole valgono per tutti”.
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Francesca Amadori non ci sta: licenziata dopo 18 anni dall’impresa di famiglia, leader nel settore agroalimentare, valuta un’iniziativa legale. Nel frattempo l’azienda fa sapere: “Le regole valgono per tutti”.
Nonno fondatore, padre presidente, nipote licenziata. Se serviva un modello di azienda familiare ma con una gestione non certo familistica eccolo servito: è il caso del gruppo Amadori, fondato da Francesco, oggi 89enne, e in cui fino a oggi lavorava la nipote prediletta, che forse non a caso si chiama Francesca. Responsabile della comunicazione, era stata lei ad aver voluto e curato la pubblicazione di una biografia del nonno, dal titolo non casuale “Parole di Francesco Amadori”. Dopo diciotto anni è stata licenziata per motivi che non sono stati resi noti, ma certo a dispetto del fatto che porti quel cognome e che tra l’altro suo padre Flavio sia l’attuale presidente. «Le regole valgono per tutti» fa sapere l’azienda, ma è chiaro che, motivazioni a parte, quanto avvenuto giustamente desti scalpore. Tanto più che la nipote in questione fa sapere di aver sempre operato «in maniera eticamente corretta e nell’interesse dell’azienda». Non solo, aggiunge che valuterà iniziative per opporsi al provvedimento che definisce «ingiusto e illegittimo». Insomma, si prospettano nuove puntate a livello legale. E d’altronde emblematico è il caso Esselunga: non sempre unire famiglia e affari semplifica le cose, anzi in certi casi le complica. Non è chiaro come si sia arrivati alla decisione, il comunicato parla di una scelta per «motivazioni rispettose dei principi aziendali». C’è chi per aggiungere pathos alla faccenda la vorrebbe una scelta proprio del nonno, che però data l’età non ricopre più alcun ruolo in azienda. di Annalisa Grandi

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