Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app
piano energetico

Piano energetico: nessuno staccherà la luce

Stabilito il piano energetico, restano la doverosa prudenza e la capacità di sfruttare al meglio le risorse e le scorte a disposizione.
|

Piano energetico: nessuno staccherà la luce

Stabilito il piano energetico, restano la doverosa prudenza e la capacità di sfruttare al meglio le risorse e le scorte a disposizione.
|

Piano energetico: nessuno staccherà la luce

Stabilito il piano energetico, restano la doverosa prudenza e la capacità di sfruttare al meglio le risorse e le scorte a disposizione.
|
|
Stabilito il piano energetico, restano la doverosa prudenza e la capacità di sfruttare al meglio le risorse e le scorte a disposizione.

L’Europa non stacca la luce. Il governo italiano non stacca la luce. Nessuno staccherà la luce. La sintesi giornalistica è una benedizione purché non alteri la realtà, quello che è purtroppo successo dopo la diffusione del piano di risparmio energetico predisposto dalla Commissione europea. Linee guida, peraltro, non certo dissimili dalle misure predisposte dall’esecutivo di Roma a firma del ministro della Transizione ecologica Cingolani.

In entrambi i casi, l’intenzione è molto più quella di sensibilizzare alla responsabilità collettiva e individuale che di stilare un elenco draconiano di tagli e privazioni in grado di modificare le nostre abitudini quotidiane. A livello sia europeo che italiano stiamo parlando di banali suggerimenti di buon senso, che faremo bene a interiorizzare in assoluto. A non dimenticare, insomma, una volta terminata l’emergenza energetica di questi mesi. Conviene ribadirlo, infatti: l’emergenza finirà, nonostante le visioni catastrofiste e interessate di certi commentatori improvvisamente orfani della fantasmagorica potenza dell’armata di Putin e alla disperata ricerca di qualche altra debolezza europea da contrapporre alla ‘meravigliosa’ autocrazia dello zar. Un giochino di basso livello, smontato pezzo dopo pezzo dalla realtà.

Sul campo Putin sta inanellando una serie di sconfitte umilianti che hanno ridotto al silenzio le quinte colonne – semplicemente volenterose o direttamente pagate – che da anni inquinano il dibattito pubblico occidentale. Sul piano energetico nessuno è così ingenuo o falso da negare l’estrema complessità dei mesi a venire, ma è un fatto che entro due anni avremo completato la transizione ad altri fornitori di gas e petrolio e sotto i piedi del dittatore russo – ammesso che non venga politicamente fatto fuori prima dai suoi – si spalancherà l’abisso di un Paese senza mercato e alla mercé della Cina. Tutte cose che abbiamo scritto a fine febbraio, ma che con il passare del tempo acquistano via via concretezza.

Sgomberato dunque il campo dall’ipotesi dell’Armageddon energetico, restano la doverosa prudenza e la capacità di sfruttare al meglio le risorse e le scorte a disposizione. La preoccupazione della Commissione europea è di evitare un susseguirsi di quei picchi nella domanda di elettricità che conoscevamo molto bene anche prima della follia di Putin. I contratti con i distacchi programmati alle imprese, in caso di necessità, non sono certo un’invenzione del 2022. Chiedere di non usare due elettrodomestici contemporaneamente, di spegnere gli apparecchi in stand-by, di usare con parsimonia l’acqua calda, di ridurre di 1 °C la temperatura in casa o di un’ora l’accensione dei termosifoni sono tutte misure che tendono a evitare quegli squilibri momentanei nella rete, costosissimi in termini di risorse per farvi fronte e di effetto sulle bollette di famiglie e aziende.

Com’è evidente a chiunque non voglia fare del puro terrorismo psicologico, non esiste – né a Bruxelles né a Roma – alcun piano “lacrime e sangue”. Siamo alla semplice e saggia moral suasion, a cui ricorrere proprio per evitare i razionamenti o i distacchi generalizzati. Solo in quel caso avrebbe senso parlare di un “inverno al gelo”, soprattutto della produzione industriale prima ancora che dei nostri riscaldamenti in casa.

Quello che dovremmo accuratamente evitare, piuttosto, è di scaldare gli animi e le teste della pubblica opinione per meschini calcoli mediatici. Un punto di share, una manciata di like o qualche copia di giornale venduta in più non varranno mai le conseguenze dell’agitazione e del pessimismo di un Paese convinto di essere avviato alla carestia energetica.

Le balle non sono mai belle, ma quelle ciniche risultano particolarmente pericolose.

di Fulvio Giuliani 

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

L’intesa italo-turca sui droni

09 Marzo 2025
Con la firma giovedì del memorandum d’intesa fra l’ad di Leonardo, Roberto Cingolani, e il presi…

La Bce taglia i tassi di 25 punti base

06 Marzo 2025
La Bce taglia i tassi di 25 punti base. Per la sesta volta consecutiva la Banca centrale europea…

Realtà e fantasia delle terre rare ucraine

06 Marzo 2025
Già prima dell’invasione di Putin, la Commissione Ue aveva identificato nell’Ucraina una nazione…

Meloni: “3 miliardi di euro per fronteggiare il caro bollette”

28 Febbraio 2025
Meloni: “3 miliardi di euro per fronteggiare il caro bollette”. Così il Presidente del Consiglio…

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI