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Pnrr, il caso virtuoso della famiglia Roero

I conti Roero si sono aggiudicati i fondi del Pnrr per mettere in sicurezza la loro proprietà in Piemonte. Un progetto lodevole che, a differenza di altri, mostra come usare (bene) questi soldi
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Pnrr, il caso virtuoso della famiglia Roero

I conti Roero si sono aggiudicati i fondi del Pnrr per mettere in sicurezza la loro proprietà in Piemonte. Un progetto lodevole che, a differenza di altri, mostra come usare (bene) questi soldi
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Pnrr, il caso virtuoso della famiglia Roero

I conti Roero si sono aggiudicati i fondi del Pnrr per mettere in sicurezza la loro proprietà in Piemonte. Un progetto lodevole che, a differenza di altri, mostra come usare (bene) questi soldi
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I conti Roero si sono aggiudicati i fondi del Pnrr per mettere in sicurezza la loro proprietà in Piemonte. Un progetto lodevole che, a differenza di altri, mostra come usare (bene) questi soldi
Sul Pnrr il cammino è tracciato: serve avere le idee chiare e fare presto. Se l’Italia riuscirà, lo dirà il tempo e la capacità di fare tesoro degli errori passati. Non va dimenticata per esempio la tragicomica vicenda dei 6 milioni di alberi che si sarebbero dovuti piantare per la forestazione urbana ed extraurbana e per i quali l’Ue aveva stanziato 330 milioni di euro. Proprio l’altro giorno la Corte dei Conti ha dichiarato che al posto degli alberi andranno ugualmente bene dei semi. Non proprio la stessa cosa, ma l’unica soluzione possibile dopo che ci si è accorti che nei vivai non ce n’erano così tanti. Tradotto, si sono fatti i conti senza l’oste. Chi i conti, invece, li ha fatti benissimo – non senza le difficoltà del caso – sono i già conti Roero, proprietari del castello di Monticello d’Alba che svetta nel Roero, regione piemontese subito a Nord delle Langhe e che prende il nome proprio dai loro antenati. Sono riusciti nell’impresa di accedere ai fondi del Pnrr destinati al restauro e alla valorizzazione di parchi e giardini storici (una dotazione complessiva di 190 milioni di euro da ripartire tra tutti i richiedenti). Il contributo richiesto consentirà loro di mettere in sicurezza la proprietà e certamente anche di abbellirla con un proprio tornaconto economico, dato che il castello e il parco circostante vengono aperti ai turisti con visite guidate a pagamento. Che i Roero, custodi da oltre 600 anni di questa antica dimora, utilizzino i soldi dei contribuenti europei per rifarsi il parco e l’orto botanico può piacere oppure no (una compartecipazione alle spese, in casi simili, forse potrebbe essere pure presa in considerazione) ma a prevalere sia un altro sentimento: questi soldi non verranno persi. Verranno usati per piantare alberi, per esempio olivi, che fra le tante virtù hanno anche quella di rinsaldare un terreno friabile e sabbioso come quello del Roero. Anche il Piemonte in passato ha dovuto fare i conti con le alluvioni e conseguenti frane e smottamenti. Da qui l’importanza della prevenzione e della manutenzione del territorio. «Non si può continuare ad avere decine di piccoli progetti che ci fanno perdere il senso di quello di cui ci occupiamo» ha dichiarato di recente Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei delegato al Pnrr. Dimentica però che un oceano è fatto di tante gocce. E allora avanti coi “piccoli progetti” se poi quelli multimilionari – come quello della forestazione delle grandi città – anziché un oceano finiscono col fare un buco nell’acqua.

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