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Pnrr, il governo non si fida e centralizza

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Passando alla pratica, il governo ha appena super centralizzato le direzioni operative del fondamentale Pnrr, per evitare ritardi
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Pnrr, il governo non si fida e centralizza

Passando alla pratica, il governo ha appena super centralizzato le direzioni operative del fondamentale Pnrr, per evitare ritardi
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Pnrr, il governo non si fida e centralizza

Passando alla pratica, il governo ha appena super centralizzato le direzioni operative del fondamentale Pnrr, per evitare ritardi
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Siamo un Paese oggettivamente meraviglioso: raccontiamo, almeno per una componente importante della maggioranza di governo, che il futuro non potrà che passare da un rafforzamento delle autonomie regionali. Suoniamo la grancassa per una riforma appena abbozzata, in gran parte ancora misteriosa, attesa quasi certamente da tempi biblici e resistenze di ogni tipo. Anche fra gli stessi alleati. L’importante, nel mentre, è strombazzarla, pur perfettamente consci dell’elevatissimo grado di disinteresse per questa supposta “rivoluzione“ fra i cittadini. Del resto, si crede talmente tanto nelle future Regioni ad autonomia differenziata che a votare per le Regioni non è andato nessuno. Passando alla pratica, il governo ha appena super centralizzato le direzioni operative del fondamentale Pnrr, per evitare ritardi, malfunzionamenti, una gestione troppo parcellizzata dei giganteschi fondi messi a disposizione dall’Unione europea. Detto che siamo assolutamente d’accordo sull’esigenza di avere una cabina di regia unica, con capacità di una visione d’insieme sugli investimenti da individuare, progettare e realizzare, non può sfuggire questo strabismo. Da un lato, si concede o addirittura si dà per acquisita un’autonomia gestionale sempre più profonda, salvo non definirla e farne un mero vessillo politico, dall’altro su ciò che vale il nostro futuro a medio termine accorpiamo, centralizziamo, dirigiamo. Assegniamo un ruolo assolutamente centrale al governo che del Pnrr assume il coordinamento strategico e condurrà tutti i colloqui con la Commissione europea, mentre sarà il ministero dell’Economia a gestire l’intera operatività. Per fortuna, aggiungiamo noi, visto che qualche pericoloso scricchiolio si è già sentito, ma non siamo così ciechi e sordi da non notare una divaricazione fra paroloni e realtà piuttosto stridente. di Fulvio Giuliani

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