Pos obbligatorio: ogni informazione verrà comunicata al Fisco
Pos obbligatorio e sanzioni operative già da fine giugno: il Governo anticipa la stretta anti-evasione. Tra le misure anche l’estensione della fatturazione elettronica alle Partite Iva forfettarie e l’abbassamento del tetto del contante. Anche se non manca lo scetticismo.
| Economia
Pos obbligatorio: ogni informazione verrà comunicata al Fisco
Pos obbligatorio e sanzioni operative già da fine giugno: il Governo anticipa la stretta anti-evasione. Tra le misure anche l’estensione della fatturazione elettronica alle Partite Iva forfettarie e l’abbassamento del tetto del contante. Anche se non manca lo scetticismo.
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Pos obbligatorio: ogni informazione verrà comunicata al Fisco
Pos obbligatorio e sanzioni operative già da fine giugno: il Governo anticipa la stretta anti-evasione. Tra le misure anche l’estensione della fatturazione elettronica alle Partite Iva forfettarie e l’abbassamento del tetto del contante. Anche se non manca lo scetticismo.
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Pos obbligatorio e sanzioni operative già da fine giugno: il Governo anticipa la stretta anti-evasione. Tra le misure anche l’estensione della fatturazione elettronica alle Partite Iva forfettarie e l’abbassamento del tetto del contante. Anche se non manca lo scetticismo.
Pronti, non pronti, via! L’entrata in vigore delle sanzioni per gli esercenti che rifiutassero il Pos (Point-of-Sale) sembrava cosa fatta già lo scorso dicembre.
In quelle settimane, si scriveva che la stretta anti-evasione sarebbe entrata in vigore da gennaio 2022. Poi, soprattutto dietro la spinta delle imprese, la misura era stata rimandata di un anno, a gennaio 2023.
Qualche giorno fa il nuovo plot twist: le sanzioni entreranno in vigore già dal 30 giugno 2022, insieme a nuovi obblighi di fatturazione elettronica e a un nuovo tetto del contante.
SANZIONI POS 2022
Il “Decreto Pnrr 2” approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 13 aprile ricalca esattamente la previsione originaria: per gli esercenti e i professionisti che rifiuteranno il pagamento con il Pos, a prescindere dall’importo, la sanzione sarà di €30 più il 4% del valore della transazione rifiutata. Se, per esempio, venisse rifiutato il pagamento di un pranzo al ristorante dal valore di €25, la sanzione per l’esercente sarebbe di €31.
In questo condizionale vengono riassunte tutte le perplessità del provvedimento: chi controllerà effettivamente sul rifiuto del pagamento?
POS OBBLIGATORIO GIÀ DAL 2013
Si parta da un presupposto: l’obbligo di Pos per esercenti e professionisti esiste dal 2013 ma senza sanzioni in caso di inosservanza. Uno scenario tragicomico che ha pochi eguali in uno Stato di diritto dato che la previsione di una sanzione è elemento imprescindibile nella definizione stessa di norma.
Resta l’atavico nodo dei controlli: le forze dell’ordine non hanno modo di verificare concretamente e autonomamente il rifiuto o meno di un pagamento elettronico. La funzione di verifica si sposta dunque sul cittadino-cliente che dovrà denunciare l’eventuale omissione dell’esercente o del professionista. Meccanismo che più si confà a uno Stato di polizia.
Bisogna sottolineare che le sanzioni possono costituire una barriera quantomeno psicologica al rifiuto del pagamento con carta.
Per questo, introdurle è sicuramente un passo in avanti nella lotta all’evasione fiscale.
Inoltre, tutte le informazioni dei pagamenti elettronici finiranno nel database dell’Agenzia delle Entrate che potrà effettuare controlli incrociati su carte e scontrini al fine di rendere organica la stretta anti-evasione.
FATTURA ELETTRONICA OBBLIGATORIA
Un’altra previsione del “decreto Pnrr 2” è l’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica alle partite IVA in regime forfettario. Lo schema del Decreto prevede questo allargamento dopo tre anni dall’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica tra privati e oltre 2 miliardi di fatture elettroniche emesse da circa 4 milioni di contribuenti.
Numeri che certificano l’efficacia di questo strumento nella lotta all’evasione.
Nelle intenzioni del governo l’estensione dell’obbligo dovrebbe scattare il 1° luglio, ma questo significherebbe spaccare in due l’anno in corso, in uno sconveniente mix di fatture cartacee ed elettroniche. Perciò è verosimile che in sede di conversione del decreto in legge, il parlamento sposti il debutto della previsione all’inizio dell’anno prossimo.
A prescindere da questo gap temporale, fino al 2024 non saranno obbligati alla fatturazione elettronica le partite IVA forfettarie con un fatturato annuale entro i 25 mila euro.
FATTURA ELETTRONICA FORFETTARIO
Secondo le stime dell’Agenzia delle Entrate, ad oggi sono circa 2,2 milioni i contribuenti esclusi dall’obbligo di fatturazione elettronica. Nel dettaglio, tali soggetti sono:
– gli operatori del settore sanitario;
– imprese o lavoratori autonomi che rientrano nel regime di vantaggio;
– imprese o lavoratori autonomi che rientrano nel regime forfettario;
– piccoli produttori agricoli;
– società sportive dilettantistiche;
– soggetti non residenti in Italia che effettuano o ricevono operazioni.
Rimarrebbero comunque esclusi dal nuovo obbligo gli operatori del settore sanitario dove il divieto di emissione della fattura elettronica deriva dal veto posto dal Garante della privacy, che ha evidenziato criticità circa il trattamento dei dati sensibili riportati nel documento elettronico (codice fiscale del paziente e descrizione della prestazione ricevuta).
Dunque, un’eventuale estensione dell’obbligo anche a questa categoria necessiterebbe del via libera da parte del Garante.
TETTO CONTANTE
Per concludere c’è una norma che rappresenta l’incertezza politica in tema di anti-evasione: il tetto del contante.
Dal 1° gennaio 2023 la soglia dovrebbe diminuire e passare da €2000 a €1000. Non si può escludere, però, che nel frattempo vengano adottate nuove regole, dato che l’abbassamento era diventato operativo già a gennaio 2022 per poi subire un curioso dietrofront a marzo con l’entrata in vigore della legge di conversione del Decreto Milleproroghe.
Ancora una volta pronti, non pronti, via. Ma con qualche passo in avanti delineato dalle sanzioni per il rifiuto del Pos e dall’estensione dell’obbligo di fattura elettronica.
di Giovanni Palmisano
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