Paolo Savona, presidente della Consob, alza le mani sulla vicenda Generali attraverso un tweet, chiamandosene fuori. Forse sarebbe il caso di chiamarsi fuori definitivamente.
Due squadre di calcio stanno disputando una partita decisiva e iniziano presto a commettere falli a gamba tesa. L’arbitro lascia correre. Sorpresi, i giocatori ne approfittano e iniziano a suonarsele di santa ragione. Decine di migliaia di tifosi assistono impotenti alla corrida. Mai successo nulla di simile, ogni regola viene calpestata.
L’arbitro si limita ad allargare le braccia: «Che pretendete da me? Io non c’entro». Ieri, strattonato da più parti per la sua inazione nelle cruente partite Generali e Tim, il presidente della Consob Paolo Savona ha fatto sapere in un tweet (un tweet!) che «non sono io a tenere in scacco la Consob ma è la vecchia Consob a tenere in scacco Savona».
Il garante della regolarità dei mercati ha deciso insomma di chiamarsi fuori, abdicando al suo ruolo, così rendendosi responsabile di una possibile turbativa dei mercati stessi. Gli chiediamo di decidere almeno una cosa: le immediate dimissioni. E ancora grazie al presidente Mattarella che all’epoca si oppose alla sua nomina a ministro dell’Economia.
di Vittorio Pezzuto
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