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Piero Armenti Made in Italy valigia

“Senza il Made in Italy metà Italia starebbe a spasso”

Lo sfogo di Piero Armenti de “Il mio viaggio a New York” per le critiche rivoltegli per il prezzo di una valigia italiana: “Senza il Made in Italy metà Italia non lavorerebbe”

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“Senza il Made in Italy metà Italia starebbe a spasso”

Lo sfogo di Piero Armenti de “Il mio viaggio a New York” per le critiche rivoltegli per il prezzo di una valigia italiana: “Senza il Made in Italy metà Italia non lavorerebbe”

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“Senza il Made in Italy metà Italia starebbe a spasso”

Lo sfogo di Piero Armenti de “Il mio viaggio a New York” per le critiche rivoltegli per il prezzo di una valigia italiana: “Senza il Made in Italy metà Italia non lavorerebbe”

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Lo sfogo di Piero Armenti de “Il mio viaggio a New York” per le critiche rivoltegli per il prezzo di una valigia italiana: “Senza il Made in Italy metà Italia non lavorerebbe”

Piero Armenti, noto influencer che con la sua agenzia di viaggi e pagine social “Il mio viaggio a New York” vanta oltre 520mila follower, si è lasciato andare ad un lungo sfogo dopo esser stato criticato per il prezzo di una valigia.

Due giorni fa aveva infatti pubblicato un video in cui mostrava ai follower l’acquisto di una valigia (di una nota azienda italiana) alla “modica” cifra di 1920€ facendo notare come il prezzo risultasse comunque conveniente se paragonato all’America, luogo in cui ha deciso di vivere e lavorare.

Le critiche alla scelta di dichiarare quanto speso e ad una narrazione distorta della realtà sono state immediate, con commenti ironici e amari sul fatto che, in Italia, la stragrande maggioranza delle persone i soldi di quella valigia non li guadagna neanche in due mesi.

Utilizzando il medesimo mezzo social, Piero Armenti ha poi tuonato sui social: “Mi fa proprio arrabbiare il fatto che quando qualcuno spende qualcosa in più per acquistare oggetti di marca, la gente sta lì ad accusarti e lamentarsi” aggiungendo che “senza il Made in Italy metà Italia non lavorerebbe e starebbe a spasso? L’Italia sarebbe un’economia del terzo mondo?”.

Parole dure – certamente inasprite per scatenare l’arena social e like facili – ma che l’influencer non ha mai nascosto nei confronti di un certo atteggiamento passivo-aggressivo del Bel Paese e che ne certificano l’essenza: una “gara dei poveri” in cui la modestia e umiltà vengono elette come unici mezzi per non scontentare nessuno.

Il Made in Italy è qualità, la qualità ha un costo e non tutti sono in grado di poterselo permettere: questa è una verità. Ma l’altra grande verità è che la povertà non è una qualità da preservare ma semmai da combattere. Che una discreta disponibilità economica non è un reato.

Altrimenti, continueremo a guardare gli americani con le nostre valigie e noi con quelle di cartone e pure piene di rancore.

di Raffaela Mercurio

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