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Lavoro Italia

Sorprese di fine anno per l’Italia

Il 2024 si chiude registrando un continuo aumento della forza lavoro complessiva. Raggiunto anche il picco storico di produzione di energia da fonti rinnovabili

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Sorprese di fine anno per l’Italia

Il 2024 si chiude registrando un continuo aumento della forza lavoro complessiva. Raggiunto anche il picco storico di produzione di energia da fonti rinnovabili

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Sorprese di fine anno per l’Italia

Il 2024 si chiude registrando un continuo aumento della forza lavoro complessiva. Raggiunto anche il picco storico di produzione di energia da fonti rinnovabili

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Il 2024 si chiude registrando un continuo aumento della forza lavoro complessiva. Raggiunto anche il picco storico di produzione di energia da fonti rinnovabili

Mai così tanti italiani al lavoro come nel 2024 (anche se continuiamo a inseguire i Paesi a noi più validi come riferimento, in particolar modo per quanto concerne le donne).
Sta di fatto che l’anno si chiuderà registrando un continuo aumento della forza lavoro complessiva. Un dato molto positivo e sottolinearlo non ci rende tifosi del governo, della maggioranza o della presidente del Consiglio, ma molto semplicemente italiani soddisfatti di un risultato che non può peraltro appagarci del tutto per i motivi sopra esposti.

Nello stesso anno, si è registrato il numero di omicidi più basso di sempre. Il che non ci trasforma in amici dell’opposizione o della leader del Pd, perché il dato tende a smentire la narrazione che ancora piace a un pezzo di destra, secondo cui vivremmo in un Paese fondamentalmente insicuro, con particolare riferimento alle metropoli governate da coalizioni di segno opposto.

Certo, la criminalità non è fatta solo di omicidi e l’insicurezza generale è figlia di una molteplicità di fattori, fra questi anche una narrazione ossessiva e non di rado irresponsabile. Oltre che ingenua, quando vuol fare apparire e sparire il problema a macchia di leopardo lungo l’Italia per banali motivazioni propagandistiche. Valeva quando all’opposizione c’era chi governa oggi e viceversa, tanto per essere chiari.

Non abbiamo mai prodotto così poche auto come nel 2024, dato devastante per chi – come noi – crede nel destino industriale del Paese, che storicamente ha nell’automotive uno dei suoi asset cardine.
Davanti alla crisi senza fine di Stellantis, credere che tutto si possa risolvere spostando di un paio d’anni più in là l’addio alla produzione di motori endotermici è un’altra insopportabile ingenuità. Per tutti i cantori dell’ideologia follemente applicata ai motori (vale a sinistra, senza dubbio, ma altrettanto a destra), consiglieremmo un’occhiata ai dati sulla produzione delle auto elettriche in Cina. Una rivoluzione con ricadute pazzesche in Europa, come già accaduto in Giappone.

Altra sorpresa: nell’anno che stiamo per salutare abbiamo raggiunto il picco storico di produzione di energia da fonti rinnovabili, pari al 43% del fabbisogno generale. Anche qui, quanta inutile ideologia e quanto lavoro serio da fare nell’interesse collettivo e per il comune destino manifatturiero e industriale d’Italia.

Lo sappiamo fare e bene, anche se una politica disattenta, superficiale e non di rado approssimativa e impreparata vuol farci passare tutti per storditi pronti a berci qualsiasi sciocchezza.
Ancora una volta, vale a destra come a sinistra e non per cerchiobottismo, ma perché è ciò che ci riserva (purtroppo) lo sconfortante dibattito pubblico.

Chiudiamo con l’unico dato che non sorprenderà nessuno e si conferma immutabile da anni: facciamo sempre meno figli, ne parliamo sempre meno e abbiamo sempre meno soluzioni da proporre. Angosciante nell’indifferenza.

Di Fulvio Giuliani

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