Spesa record in armi nel mondo
Secondo i dati rilasciati ieri dall’Istituto di ricerca sulla pace di Stoccolma, aumenta a cifre record la spesa delle armi nel mondo
Spesa record in armi nel mondo
Secondo i dati rilasciati ieri dall’Istituto di ricerca sulla pace di Stoccolma, aumenta a cifre record la spesa delle armi nel mondo
Spesa record in armi nel mondo
Secondo i dati rilasciati ieri dall’Istituto di ricerca sulla pace di Stoccolma, aumenta a cifre record la spesa delle armi nel mondo
Secondo i dati rilasciati ieri dall’Istituto di ricerca sulla pace di Stoccolma, aumenta a cifre record la spesa delle armi nel mondo
Sempre più in alto. Ma a salire in cima non è Mike Bongiorno per uno storico spot sul Cervino, bensì la spesa militare globale. Secondo i dati rilasciati ieri dall’Istituto di ricerca sulla pace di Stoccolma (Sipri), il 2023 ha fatto segnare un picco mai visto prima: nel mondo si sono stanziati oltre 2.243 miliardi di dollari in armi. Poco più del Pil italiano. Non solo, la crescita vertiginosa di questa spesa si è registrata in tutti i Continenti. L’ultima volta era accaduto nel 2009.
A guidare gli investimenti globali nella Difesa rimangono gli Stati Uniti, che lo scorso anno hanno speso circa 916 miliardi di dollari. Washington occupa da sola il 37% dell’intero mercato globale di armamenti e non conosce veri rivali. Nemmeno la Cina, medaglia d’argento, riesce a scalfire il primato americano: ‘soltanto’ 296 miliardi nel 2023, risultato di un riarmo che dal 2014 ha fatto salire del 60% gli investimenti di Pechino.
E poi c’è la Russia che nel giro di un solo anno, complice la guerra in Ucraina, ha aumentato del 24% i suoi fondi per le armi. Ma la rincorsa di Mosca dura almeno dall’invasione della Crimea nel 2014: da allora le sue spese nel settore sono cresciute del 57%, toccando oggi quota 109 miliardi. Una cifra esorbitante, ma che trova un’ovvia corrispondenza nella stessa Kiev, che ha scalato le classifiche globali fino all’ottavo posto. Dopo aver subìto l’invasione su larga scala da parte dei russi nel febbraio 2022, gli ucraini hanno spinto i loro investimenti nel 2023 a 64,8 miliardi, con una crescita del 1.272% rispetto al 2014. A questo vanno aggiunti i pacchetti di aiuti occidentali (35 miliardi), che portano il totale a poco meno di 100 miliardi: il 91% della spesa di Mosca, un dato per il Cremlino molto preoccupante.
Anche tutti gli altri Paesi risultano comunque impegnati in un progressivo riarmo. Dall’Europa all’Asia (il Giappone si attesta al decimo posto, con una crescita dell’11% rispetto al 2022), passando per l’Oceania e le Americhe, ogni Stato segue una congiuntura che sembra interessare il mondo intero.
Se invece calcoliamo il dato aggregato dell’Unione europea (che Ispri non produce) scopriamo qualcosa di interessante: nel 2023 i suoi membri hanno speso circa 430 miliardi, pari al 19,2% del totale globale. Se ci muovessimo uniti saremmo al secondo posto in classifica, addirittura sopra la Cina. E invece continuiamo ad andare alla spicciolata, pur crescendo. E l’Italia? Il nostro Paese rimane stabile in 12esima posizione, con un investimento di 35,5 miliardi nel 2023, in leggero calo rispetto all’anno precedente ma in crescita su base decennale (+31% rispetto al 2014).
Quanto al Medio Oriente, infiammato dalla guerra fra Israele e Hamas, Tel Aviv accresce il suo budget del 24% mentre l’Arabia Saudita (pur non aumentando la sua spesa in maniera sostanziale) si piazza al quinto posto con un bilancio per la Difesa pari a 75,8 miliardi. E ancora, si segnala lo scontro fra governi e crimine organizzato in America Centrale, che ha spinto alcune Capitali ad aumentare i fondi per assistere le forze di polizia. È il caso della Repubblica Dominicana (+14% rispetto al 2022) e del Messico (+55% rispetto al 2014).
Ci sono infine i Paesi in netta crescita economica: come l’Algeria che, forte di grandi entrate dovute alla vendita di idrocarburi, ha aumentato il suo budget del 76%. Oppure l’India che, con una spesa di 83,6 miliardi, per la prima volta nella sua storia ha destinato il 75% degli stanziamenti alla produzione domestica di armamenti. Anche qui, i dati vanno sempre più in alto.
di Umberto Cascone
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