Urne e Bce. Ci ascolta
Nell’ultimo mese lo spread sui titoli italiani è stato pari in media a 222 punti base, seppure in crescita negli ultimi giorni, fino a raggiungere il tetto di 250 la scorsa settimana, per poi ridiscendere nuovamente. Comunque sia, l’atmosfera è tutt’altro che serena
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Urne e Bce. Ci ascolta
Nell’ultimo mese lo spread sui titoli italiani è stato pari in media a 222 punti base, seppure in crescita negli ultimi giorni, fino a raggiungere il tetto di 250 la scorsa settimana, per poi ridiscendere nuovamente. Comunque sia, l’atmosfera è tutt’altro che serena
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Urne e Bce. Ci ascolta
Nell’ultimo mese lo spread sui titoli italiani è stato pari in media a 222 punti base, seppure in crescita negli ultimi giorni, fino a raggiungere il tetto di 250 la scorsa settimana, per poi ridiscendere nuovamente. Comunque sia, l’atmosfera è tutt’altro che serena
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Nell’ultimo mese lo spread sui titoli italiani è stato pari in media a 222 punti base, seppure in crescita negli ultimi giorni, fino a raggiungere il tetto di 250 la scorsa settimana, per poi ridiscendere nuovamente. Comunque sia, l’atmosfera è tutt’altro che serena
Nonostante il periodo pre-elettorale e una pessima legge che ne regola lo svolgimento, i mercati non mostrano un eccessivo nervosismo. Nell’ultimo mese lo spread sui titoli italiani è stato pari in media a 222 punti base, seppure in crescita negli ultimi giorni, fino a raggiungere il tetto di 250 la scorsa settimana, per poi ridiscendere nuovamente. Rispetto a cinque anni fa – le elezioni del 2018 – le differenze tuttavia si notano. Allora, nel periodo della campagna elettorale, le quotazioni erano state pari a circa 120 punti base, per poi impennarsi fino a raggiungere quota 330 a seguito delle prime difficoltà nella formazione del governo giallo-verde. Speriamo che l’esperimento non debba ripetersi anche questa volta. Dato il più alto valore di partenza, le conseguenze sarebbero molto più pesanti.
Comunque sia, l’atmosfera è tutt’altro che serena. I timori rimangono, al punto che basta un niente – complice anche una situazione internazionale tutt’altro che distesa – per determinare balzi improvvisi, sebbene contenuti dalla politica della Bce. Tale è l’aspetto nuovo di questa fase. Negli ultimi giorni, infatti, la politica di quasi tutte le banche centrali è mutata. I tassi di riferimento sono aumentati, nel tentativo di combattere un’inflazione da costi che penalizza le diverse economie. La Fed americana è stata quella che si è dimostrata più decisa ma la stessa Bce non ha potuto fare a meno di seguirne l’esempio, seppure con una più forte moderazione.
Non è la sola differenza. In Europa, infatti, il rischio è rappresentato da una politica monetaria che, a causa delle incompiutezze del disegno istituzionale, rischia di non produrre gli effetti sperati per effetto della frammentazione del mercato unico e della divergenza che si riscontra nell’evoluzione congiunturale dei singoli Paesi membri. Da qui la necessità di un intervento mirato che tenti, in qualche modo, di far fronte alle anomalie riscontrate. Si spiega così la nuova politica degli acquisti nell’ambito del Peep (Pandemic emergency purchase programme): quel programma che, nel corso del Covid, aveva determinato un intervento massiccio (acquisto dei relativi titoli) a favore di tutti i Paesi. Circa 1.700 miliardi di euro l’investimento complessivo.
Terminato il programma, la Bce continuerà a investire le somme che incasserà dai titoli in scadenza ma lo farà con misure di carattere discrezionale per venire incontro ai Paesi più fragili. Nel mese di luglio gli acquisti di titoli italiani sono stati pari a circa 10 miliardi. Per la Spagna ne sono stati spesi invece 5,9 e per la Grecia 1,1. La provvista è stata offerta dalla Germania (-14 miliardi), dall’Olanda (-3,4) e dalla Francia (-1,2). Acquisti extra che spiegano gli andamenti degli spread sia dell’Italia che della Spagna. Il rapporto tra Btp e Bonos negli ultimi giorni è passato tuttavia da 1,7 a 1,95, dopo aver toccato 2,21. Prudenza quindi: evitiamo programmi elettorali solo immaginifici. Come si diceva una volta, “il nemico vi ascolta”.
Di Gianfranco Polillo
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